Inizia oggi (lunedì 15 marzo) lo stato di agitazione dei dipendenti della Tmi, azienda che lavora per le stazioni elettriche e telefoniche di Telecom, Vodafone e Huawei e che ha diverse sedi in Sicilia. A proclamarlo la Fiom Cgil Palermo e la Fiom Cgil Catania. L'azienda ha comunicato l'intenzione di modificare il contratto nazionale applicato ai lavoratori e di passare da quello dei metalmeccanici a quello delle telecomunicazioni. Lo stato di agitazione prevede il blocco del lavoro straordinario, delle trasferte e delle ore viaggio.

“Abbiamo già manifestato la nostra opposizione al cambio di contratto e più volte chiesto all'azienda di conoscere le motivazioni, ma non riteniamo sufficienti le risposte arrivate, riferite a esigenze di natura aziendale”, dicono Francesco Fori (Fiom Palermo) e Nunzio Cinquemani (Fiom Catania): “Il passaggio di contratto sarebbe svantaggioso per i lavoratori. Abbiamo esaminato già le ricadute negative assieme alla Slc e l'unica strada percorribile sarebbe quella di un accordo di armonizzazione contrattuale per non fare perdere ai lavoratori neanche un centesimo, ma anzi migliorare le condizioni lavorative, a partire dal riconoscimento di quanto previsto nel contratto dei metalmeccanici”.

I lavoratori della Tmi attendono, inoltre, anche il saldo relativo ad alcune retribuzioni del 2020 e il saldo del welfare. "Chiediamo che l'azienda prima sani i debiti con i lavoratori”, concludono i due dirigenti sindacali: “La trattativa, per quanto ci riguarda, si potrà aprire solo dopo. Sulle retribuzioni l'azienda non ha ancora dato risposte concrete.  Chiediamo che i lavoratori abbiamo tutto quello che gli spetta. Se non arriveranno subito risposte chiare e concrete, si procederà ad altre forme di lotta e a tutelare i lavoratori nelle sedi opportune”.