“È giunto il momento che Thales Alenia Space Italia prenda atto di un malcontento che si sta diffondendo, in maniera direttamente proporzionale all'aumento delle attività produttive, e riprenda il confronto tra le parti, per evitare di mettere a rischio gli equilibri nelle relazioni industriali”. A dirlo è la Fiom Cgil, rimarcando che “l'acquisizione di commesse importanti nel 2020 e a inizio 2021, sia dal punto di vista economico e sia per i carichi di lavoro per gli anni futuri, hanno portato Tasi ad avere un quadro di prospettive industriali mai registrato prima”.

A questo contesto estremamente positivo, però, non corrisponde “una altrettanta accelerazione rispetto al confronto a livello sindacale sui temi dei riconoscimenti economici e normativi, che sono elementi imprescindibili per condividere e gestire i processi e le prospettive industriali per gli anni a venire”. L'ultimo incontro sindacale tra la direzione aziendale e il coordinamento nazionale risale a novembre 2020, lasciando “ancora aperti molti punti dell'integrativo di gruppo, a partire da quelli economici relativi al premio di risultato 2020”.

La Fiom evidenzia che “sulle prospettive industriali e i carichi di lavoro per i quattro siti nel nostro Paese, le uniche notizie sono quelle che si apprendono dai media, ma non sono sufficienti e non in linea a un modello di relazioni industriali che ha sempre visto confronti preventivi sui temi, nel rispetto dei ruoli di ogni parte”. I nuovi programmi e le commesse acquisite sono “sicuramente una buona notizia, ma insufficienti se non si traducono in un confronto per definire un piano di assunzioni indispensabili per far fronte ai carichi di lavoro, e altrettanti investimenti per le infrastrutture per evitare che le attività possano essere rivendicate da siti transnazionali della JV che oggi hanno dei vuoti di lavoro”.

Inoltre, in assenza di un confronto volto a determinare una autonomia e le ricadute per i siti italiani, si sta procedendo da parte di Tasi “a scelte sui modelli di incentivazione (variable compensation e politica retributiva 2021) che, nei fatti, vedono una riduzione dei salari per le lavoratrici e i lavoratori, spostando in avanti anche i riconoscimenti consolidati per prassi. In una fase dove entrano lavoro e quantità economiche derivanti importanti, la direzione è quella di risparmiare sul costo del lavoro”.

La Fiom Cgil, in conclusione, sottolinea che “l'attesa e la pazienza hanno raggiunto il livello di guardia, la non convocazione a breve del Coordinamento nazionale per la ripresa del confronto su tutti i temi presenti (salario, premio di risultato 2020, assunzioni, carichi di lavoro e investimenti, autonomia e modelli di relazioni avanzati) rappresenterebbe un elemento che ci porterà ad aprire lo stato di agitazione, con assemblee tra i lavoratori per decidere insieme le iniziative da mettere in atto”.