"Non siamo soddisfatti del confronto su Bekaert". Questo il commento di Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, al termine dell'incontro sulla vertenza della fabbrica di Figline Valdarno, che si è tenuto oggi (mercoledì 17 luglio) a Roma presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. Al vertice hanno preso parte i rappresentanti dell'azienda, l'advisor Sernet, la Regione Toscana, il Comune di Figline e Incisa Valdarno, i sindacati. All'ordine del giorno, In vista della prossima conclusione del lavoro di ricerca avviato nei mesi scorsi dall'advisor, è stato fatto il punto sui potenziali investitori interessati alla reindustrializzazione del sito produttivo.

"Dopo 111 giorni dall'ultimo incontro, oggi Sernet ha illustrato lo stesso disegno", ha spiegato Calosi: "Le principali proposte di rilevare lo stabilimento sono ancora due, entrambe interessate alla produzione di filo tubi. La prima proviene da un'azienda italiana presente nel mercato dei prodotti derivati dell'acciaio: riassorbirebbe solo 90 lavoratori, con l'impegno, in caso riesca a trovare partner finanziari, a ricollocarne un numero più alto in tre anni. La seconda è da parte della bielorussa Bmz, che non ha ancora presentato formalmente alcun piano industriale e che, come l'altra, ne riassumerebbe solo 90".

Il tavolo sulla Bekaert sarà nuovamente convocato l'ultima settimana di settembre. Mentre per giovedì 18 luglio la Fiom ha convocato un'assemblea con i lavoratori per discutere dell'incontro odierno: l'appuntamento è alle ore 15.30 presso il Circolo Arci Rinascita di Figline Valdarno (in via Roma 17).

"Sappiamo che la cooperativa dei lavoratori presenterà un piano industriale nelle prossime settimane e che due soggetti industriali indiani, di cui non conosciamo il nome a causa del vincolo di riservatezza, hanno manifestato il loro interesse", prosegue il segretario Fiom. Calosi ha poi precisato di aver ribadito al tavolo che "per noi la soluzione deve salvaguardare tutti i 224 lavoratori ancora a oggi in cassa integrazione, utilizzando anche nuovi ammortizzatori sociali. Diversamente da ciò non siamo disposti a firmare alcun accordo. Il tempo passa, la rabbia cresce, il governo mantenga gli impegni presi". In conclusione, l'esponente sindacale rimarca che "se Bekaert non avesse scelto di delocalizzare, oggi non saremmo qui a discutere di ricollocazione, che di certo non può essere parziale, ma dovrà dare una risposta a tutti".