Decreto lavoro, sempre peggio: nel suo passaggio alla X Commissione del Senato non solo viene ulteriormente accentuata la liberalizzazione dei contratti a termine, ma si allarga anche la possibilità di utilizzare la somministrazione e i voucher. Insomma, attacca Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale della Cgil, "governo e maggioranza parlamentare spingono verso la strutturalità della precarietà del lavoro”. 

Ma andiamo con ordine. Nella nuova versione del decreto viene cancellata la norma che vincola il rinnovo dei contratti a termine alla sussistenza di una causale anche per i rinnovi di durata inferiore ai dodici mesi. Gabrielli: "Assisteremo così alla crescita dei contratti di breve e brevissima durata che hanno una fortissima incidenza sulla povertà lavorativa. I contratti a termine, se di durata inferiore ai dodici mesi, potranno essere reiterati liberamente e nel caso della somministrazione senza la necessità di una pausa minima tra un contratto e l’altro”.

“Relativamente alla somministrazione - prosegue Gabrielli - si allarga la possibilità di impiego, escludendo alcune categorie dalla percentuale massima di utilizzo prevista dalla legge”.

Per quanto riguarda i voucher, non solo vengono confermati gli interventi previsti dalla legge di bilancio e dalla prima versione del decreto, ma si estende la rete per l'acquisto dei cosiddetti buoni lavoro”.  “In particolare - sottolinea la sindacalista - per il settore turistico alberghiero, compreso il comparto termale, viene prevista una incentivazione, definita ‘trattamento di integrazione speciale’ per coloro che sono impegnati in attività lavorative notturne e di lavoro straordinario effettuato in giorni festivi nel periodo giugno-settembre".

Tradotto, attacca la segretaria confederale Cgil, vuol dire "monetizzare prestazioni disagiate e di sacrificio in maniera del tutto estemporanea nella forma e nella durata. Un’incentivazione svincolata da qualsiasi ruolo della contrattazione e inefficace a risolvere i veri problemi del lavoro nel turismo. Un intervento quindi che si colloca lontano dall’obiettivo di garantire stabilità occupazionale e supportare la lamentata carenza di lavoratori nel settore a cui pure l’emendamento fa riferimento”.
 
Per la sindacalista “da questi primi esiti, risulta evidente la reiterazione di una logica dannosa e improduttiva che mantiene separati gli interventi finalizzati alla crescita quantitativa dell’occupazione da quelli finalizzati a garantirne la qualità. Servirebbe invece contrastare il lavoro irregolare e sommerso, intervenire per superare la povertà del lavoro, sostenere contratti di assunzione stabili, rispettare i contratti nazionali, arginare il dumping contrattuale”.

“Per questo - conclude Maria Grazia Gabrielli - continueremo a monitorare i lavori della X Commissione sostenendo la necessità di un cambio sostanziale di impostazione sui temi ancora da affrontare e nel successivo passaggio in aula per la conversione in legge”.