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Una situazione davvero paradossale, che va a danno di docenti e famiglie. A denunciarlo è la Flc Cgil Grosseto in seguito all’applicazione del dm 32 del 26 febbraio 2025 che riguarda le riconferme dei docenti di sostegno.
Il 29 agosto è stato pubblicato l’atteso “turno 0”, che contiene 185 nomine di insegnanti di sostegno per i quali le famiglie avevano chiesto ed ottenuto la riconferma anche per l’a.s. 2025/26, come permette il decreto ministeriale.
Le altre nomine arrivate successivamente hanno evidenziato, oltre al problema dei docenti di sostegno, che sono ben circa 800 i docenti precari della provincia di Grosseto.
“Un numero enorme, impensabile in quella che vogliamo chiamare società civile”, dichiara Alessandra Vegni, segretaria generale Flc Cgil Grosseto.
Il caos nel sostegno: i numeri
Nonostante nelle graduatorie siano presenti centinaia di insegnanti con titolo di specializzazione sul sostegno, la norma ha consentito alle famiglie di riconfermare anche insegnanti non specializzati, sacrificando la qualità della didattica. In provincia di Grosseto l’ammontare del fabbisogno delle cattedre per il sostegno, aggregando scuola dell’infanzia, primaria e le secondarie, è di 473. Si parla di posti di lavoro full time, e a questi vanno aggiunti i 41 aggiuntivi
spezzoni di orario da coprire.
I numeri parlano chiaro, queste sono le cifre diffuse dalla Flc:
- Infanzia: su un fabbisogno di 46 cattedre + 8 spezzoni orario, abbiamo 22 docenti specializzati; 1 docente specializzato riconfermato, mentre 54 famiglie hanno scelto 14 docenti non specializzati, rinunciando a prioricalla possibilità di uno specializzato.
- Primaria: 155 cattedre + 19 spezzoni, 78 docenti specializzati; 3 specializzati no riconfermati, 61 non specializzati, preferiti da 174 famiglie che hanno rinunciato alla professionalità di un docente formato.
- Medie: 104 cattedre + 8 spezzoni, 90 specializzati,19 specializzati riconfermati, 21 non specializzati scelti da 112 famiglie.
- Superiori: 168 cattedre + 6 spezzoni, a fronte di 226 specializzati, 14 non specializzati scelti dalle famiglie che hanno rinunciato a priori alla certezza di un docente specializzato visto che per 174 posti disponibili ci sono in graduatoria 226 docenti specializzati.
I numeri rivelano una contraddizione importante: “A Grosseto – riprende Vegni – avevamo la possibilità di coprire quasi interamente il fabbisogno di docenti di sostegno con personale specializzato, soprattutto alle medie e alle superiori. I loro sacrifici per le specializzazioni sarebbero stati ripagati. Invece, con questo decreto, molti insegnanti preparati sono stati scavalcati da colleghi non formati, con un danno evidente per gli studenti e per le famiglie”.
In questa storia però tutti sono vittime. “il docente specializzato che si vede scavalcato, lo
studente che ha dovuto rinunciare all’insegnante specializzato ma anche gli insegnanti non
specializzati costretti a volte ad accettare la conferma per non rischiare di non lavorare per l’anno
successivo”, racconta la sindacalista.
Che attacca: “Ha vinto solo la propaganda che ha voluto far vedere come soluzione un decreto salva-continuità, una brutta pezza che non servirà a coprire lo strappo/voragine della scuola che è la precarietà”.