Piazza Venezia, centro di Roma, ore 13:00. Il termometro segna 34 gradi, il telefono ti avverte che ne percepisci 37. Tra l’umidità, il sole che si riflette sull’asfalto e sui marmi dell’Altare della Patria, lo smog del traffico impazzito e il brulichio di corpi accaldati dei turisti. Per chi può è una corsa all’ombra, ma c’è chi non può e invece sarebbe tutelato dall’ordinanza, quella emanata dalla Regione Lazio, la prima quest’anno in Italia, firmata lo scorso 30 maggio.

A non poter cercare riparo sono gli operai del grande cantiere, uno dei più importanti del Giubileo, che continuano a lavorare tra macchinari, polvere e un sole cocente a cui è impossibile sfuggire. I siti sono off limits anche agli sguardi, ma nonostante le recinzioni alte tre metri e incartate di manifesti, qui e lì si apre una crepa e si riesce a sbirciare. In più le lunghe leve delle escavatrici continuano a tremare nel rumore infernale, segno che qualcuno, alle nell’inferno delle 13:15 continua il suo turno.

Il cantiere di Termini fermo alle ore 12:30

Non ovunque, per fortuna. Sarà l’effetto dell’attenzione del circo mediatico che si è accorto che in Italia l’estate si muore letteralmente di caldo al lavoro, ma nei grandi cantieri di Termini, dove ci siamo affacciati poco prima, non c’è anima viva, i lavori sono fermi, i lavoratori altrove. Girando in motorino per la città, però, e uscendo dal percorso delle grandi opere per il Giubileo, sono tantissimi, anche in un breve tratto di strada, gli operai arrampicati sui ponteggi che, quasi alle 14, sono ancora lì a darsi da fare sulla facciata del palazzo o a scaricare pali da un camion. Per non parlare dei rider che si affannano ai pedali – ne avremo contati una decina in poco meno di venti minuti –. Segno che le regole e le tutele, anche quando finalmente vengono approvate in fretta e furia – come se il caldo ci piombasse addosso inaspettato –, spesso non vengono rispettate per la mancanza di controlli.

Piccoli, Fillea Cgil: “Serve una task force per potenziare i controlli”

“Oggi su Roma ci sono quasi 7 mila cantieri aperti, è scontato che lo strumento per rendere esigibile l’ordinanza sia una task force di controlli – ci spiega Diego Piccoli, segretario generale della Fillea capitolina, la federazione della Cgil che difende gli edili –. Spesso anche nei cantieri pubblici importanti, persino nel centro della Capitale, non si rispetta l’ordinanza. E l’8 luglio saremo in Campidoglio e sarà l’occasione per chiedere con decisione un rafforzamento dei controlli. Senza, è impossibile attenzionare tutti questi cantieri aperti”.

La Fillea Cgil nazionale da alcuni anni rinnova, a ogni ritorno d’estate, una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema. A Roma, ci spiega Piccoli, “stiamo riportando a istituzioni ed enti preposti decine di segnalazioni che ci arrivano attraverso il numero che abbiamo attivato, lo 0646206601, ma anche via mail. L’altro giorno a Frosinone è morto un edile per un malore molto probabilmente insorto a causa del gran caldo anche se non è stato ancora accertato nesso di casualità e non è sempre facile farlo”. 

Ma cosa succede se un controllo rileva una irregolarità e sorprende il cantiere aperto nelle ore più calde? “Scatta il fermo dell’attività, ma non c’è sanzione ulteriore. Anche se ovviamente vale la normativa su salute e sicurezza che può portare al blocco delle attività e al fermo del cantiere, quella del testo unico per intenderci. Il problema però qui è prevenire. La sanzione è fondamentale per il rispetto delle norme e come deterrente, ma il tema è la salvaguardia della salute, per prevenire decessi o infortuni e non continuare a piangere e sanzionare dopo che si siano verificati”.

Lavoratori e cittadini collaborano? “Via telefono e mail ci arrivano segnalazioni costanti. Molte dalla cittadinanza. Oggi Roma è un cantiere a cielo aperto, abbiamo bisogno della collaborazione di lavoratori e cittadini per prevenire infortuni e proteggere la salute dei lavoratori”.

Cgil: importante impegno da Regione Lazio per potenziare l’ordinanza

Oggi si è tenuto l’incontro con il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, richiesto dalla Cgil in merito al potenziamento dell’ordinanza del 30 Maggio 2025 che, in anticipo rispetto a quella emanata nel 2024, ha disposto il divieto di lavorare nelle ore più calde per tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che operano nel campo dei cantieri edili e affini, delle cave e delle pertinenze e del settore agroalimentare e florovivaistico, lasciando tuttavia esclusi molti settori e su cui avevamo chiesto di proseguire il confronto.

“È un fatto importante che il Presidente Rocca abbia preso l’impegno di emanare al più presto una nuova ordinanza, – si legge in una nota della Cgil Roma e Lazio – valutando anche una sua estensione temporale, che allarghi le tutele ad altri settori non coperti attualmente dal blocco disposto dalle 12,30 alle 16,00, inclusi quelli della logistica e dei rider”.

Inoltre, “abbiamo sollecitato di rafforzare le attività di controllo da parte di tutti gli organi ispettivi perché già in queste settimane, purtroppo, ci sono arrivate molte segnalazioni di violazioni dell’ordinanza da parte di troppe aziende”. Il sindacato si aspetta “che su questo tema ci sia anche un maggior senso di responsabilità da parte delle associazioni datoriali e del sistema delle imprese, che non può anteporre il profitto alla salute delle persone. Attenderemo la pubblicazione dell’ordinanza per esprimere un giudizio più complessivo e puntuale sul provvedimento e su cui avanzare ulteriori proposte per i prossimi incontri”.

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