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È di alcuni giorni fa la notizia che il costante e infaticabile lavoro di ricerca de Las Abuelas de Plaza de Mayo ha permesso di ritrovare il “nieto” 140. Con la frase “La identidad siempre florece” (“L’identità fiorisce sempre”) Las Abuelas hanno annunciato lo scorso 8 luglio durante una conferenza stampa nell’ex sede dell’Esma, dove in tanti e tante desaparecidos e desaparecidas sono stati torturati e uccisi, il ritrovamento del figlio di Graciela Alicia Romero e Raúl Eugenio Metz, due attivisti del Partito rivoluzionario dei lavoratori rapiti nel dicembre 1976, che si è finalmente ricongiunto con la sorella Adriana Metz, che non ha mai smesso di cercarlo.
Una missione contro l’oblio, nonostante gli ostacoli
Sono già 3 i nietos ritrovati negli ultimi 6 mesi, nonostante l’attività de Las Abuelas sia stata messa a dura prova dagli attacchi negazionisti del governo Milei che ha inferto grossi tagli ai finanziamenti alle associazioni che si battono per la tutela dei diritti umani, e continua ad attaccare le politiche per la verità e la giustizia. Recentemente Las Abuelas hanno denunciato il commissariamento del Banco nazionale dei dati genetici (Bndg), deciso da Milei per ostacolare il riconoscimento delle origini dei bambini sottratti alle loro famiglie dalla dittatura. Questa non è che l’ultima delle numerose azioni contro la memoria, come lo smantellamento della Commissione nazionale per il diritto all’identità e, in particolare, proprio dell’unità speciale che aveva accesso agli archivi statali.
L’incontro con Estela de Carlotto: testimonianza e resistenza
La Cgil e lo Spi hanno incontrato Las Abuelas e la loro presidente Estela de Carlotto a Buenos Aires a marzo durante la missione in occasione della Marcha per la Giustizia, la Verità e la Memoria, e hanno inoltre ricevuto Claudia Poblete, una de “las nietas” ritrovate ed ora tra le portavoci di Abuelas, presso la sede della Cgil a Roma e poi a Bologna presso la sede di Nexus e della Cgil Bologna. L’incontro con Estela ha consentito uno scambio diretto di opinioni sulla gravità del rischio democratico in corso in Argentina, peraltro sostenuto da altri Paesi come gli Stati Uniti e anche l’Italia. La Carlotto guarda con amarezza e giudica con grande lucidità quanto accade nel suo Paese, dove Milei governa sulla base della menzogna e della prepotenza.
Un esempio di coraggio e dignità che parla al mondo
Carlotto mantiene un carisma speciale, quello di chi ha vissuto sulla propria pelle la storia e il dolore di tutto un popolo. Parla con la naturale autorevolezza di chi è esemplare per la storia della democrazia in Argentina e nel mondo, commenta il presente e programma il futuro suo e dell’associazione con l’incrollabile fermezza di chi sa di essere dalla parte della giustizia. E rimane un insuperabile modello di coraggio e impegno tutto al femminile per l’affermazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani, dimostrato nel quotidiano dalla sua intera vita che ha indissolubilmente legato i diritti delle persone con quelli della collettività.
Il regime di Videla le ha ucciso la figlia incinta. A questo dolore enorme e viscerale ha fatto seguire un lavoro, un impegno incessante per la giustizia per l’Argentina e il mondo. Molti degli organismi e strumenti messi in campo per il ritrovamento dell’identità, come il Banco dati biogenetici e il gruppo di antropologia forense, sono stati i primi al mondo.
Un sostegno concreto: dalla solidarietà alle azioni
Consapevole di questa lezione immensa, lo Spi ha consolidato un lavoro di supporto politico e anche di alcune limitate attività della Casa delle Abuelas, già avviato un anno prima, affinché il lavoro di memoria e ricerca venga tenuto in vita. E per gli stessi motivi che anche la Cgil ha fatto una donazione per sostenere nell’immediatezza il lavoro di Abuelas, che a causa dei tagli del governo Milei incontra sempre maggiori difficoltà, mentre lo Spi si propone di diversificare e continuare la collaborazione a lungo termine.
Inoltre, a seguito dei contatti presi a Bologna con Nexus si sta mettendo in campo un ulteriore progetto che potrà essere sviluppato nell’immediato futuro. Una scelta rivelatasi vincente, alla luce di questo ultimo ritrovamento, e che contribuisce a dare respiro a Las Abuelas in modo che possano continuare la propria attività nonostante gli ostacoli posti dal governo Milei.
Memoria come risposta al negazionismo
La Cgil come coordinatrice della Rete internazionale dei sindacati antifascisti ritiene infatti che preservare la memoria sia fondamentale per affrontare il presente. Il lavoro di Abuelas, in questo momento storico in cui l’estrema destra si diffonde per il mondo, è un baluardo contro il tentativo di cancellare la memoria della dittatura e del fascismo in Argentina.
Restituire l’identità a chi è stato sottratto illegalmente alla propria famiglia è un modo di ricostruire una società che è stata spezzata e frammentata dal fascismo e dalla dittatura, ed è la risposta più efficace alle azioni del governo di estrema destra di Milei.
Ogni identità ritrovata è una vittoria
Per questi motivi salutiamo con grande gioia il ritrovamento del “nieto” 140 e auspichiamo che vengano ritrovati tutti gli altri che ancora mancano all’appello, quasi 300. Siamo orgogliosi di poter dare un contributo al lavoro di Abuelas e continueremo convintamente a farlo con progetti e azioni di sostegno affinché quante più identità possibili possano rifiorire in Argentina.
Nicoletta Grieco, Area delle politiche europee e internazionali
Silvana Cappuccio, responsabile del Dipartimento internazionale Spi