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22 permessi di soggiorno per casi speciali. Li hanno ottenuti 22 lavoratori a seguito di un esposto denuncia della Flai Cgil. Persone che erano entrate regolarmente in Italia attraverso il decreto flussi e hanno trovato il coraggio di denunciare e ottenere un po’ di giustizia, secondo legge e secondo ragione.
A renderlo noto la Flai Cgil Roma e Lazio e Frosinone e Latina. “Nelle stesse ore in cui al tribunale di Latina, nel corso del processo per l’uccisione di Satnam Singh, venivano ascoltati come testimoni i compagni di lavoro e amici del bracciante morto un anno fa nelle campagne dell’agro pontino - dichiarano Stefano Morea, segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio, e Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina -, arriva questo importante provvedimento. Quei testimoni hanno trovato il coraggio di raccontare come hanno prestato i primi soccorsi e assistito ai fatti, esponendo particolari sempre più gravi e inquietanti, questi 22 lavoratori hanno trovato il coraggio di denunciare”.
Il permesso di soggiorno per gli stranieri vittima di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo viene concesso ai sensi dell’art. 18-ter del testo unico sull’immigrazione (d.lgs 286/1998), introdotto dal dl 145/2024. Circostanze che i 22 lavoratori hanno vissuto sulla propria pelle e che hanno anche saputo trasformare in denuncia per ottenere giustizia e dignità.
“Sottolineiamo il grande lavoro della procura della Repubblica di Latina, che, ritenendo il contributo dei lavoratori indispensabile anche nel futuro, ha autorizzato il rilascio dei permessi di soggiorno per casi speciali - proseguono Morea e Kaur -. Come Flai Cgil rivolgiamo un plauso a tutte le istituzioni che si sono adoperate per questo risultato straordinario, che realmente coniuga le leggi al senso di giustizia e umanità, a dimostrazione che la fiducia nello Stato e nelle istituzioni può costruire percorsi di giustizia e legalità”.
"Un apprezzamento particolare va alla professionalità e ancor più alla sensibilità dei funzionari e dirigenti dell’ufficio immigrazione della questura di Latina – dicono ancora gli esponenti sindacali -, che hanno compreso le condizioni oggettive di queste vittime di sfruttamento e si sono prodigati per far sì che per loro l’Italia sia un Paese giusto, dove i diritti sono riconosciuti e rispettati, dove potranno avere una vita dignitosa, senza discriminazioni e con la possibilità di lavorare senza ricatto e sfruttamento, anche nelle tante aziende sane del territorio pontino, che siamo certi, si metteranno a disposizione”.