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Dal ridicolo bonus caldo alla sentenza del tribunale che ristabilisce la tutela della salute dei lavoratori. I giudici del lavoro di Milano hanno condannato Glovo a triplicare le somme previste per le consegne effettuate dai rider nei periodi in cui le temperature si innalzano e a fornire a ogni ciclofattorino anche i dispositivi per proteggersi dai raggi UV e dalle ondate di calore. Accogliendo il ricorso presentato dalle categorie sindacali della Cgil, Nidil, Filcams e Filt, hanno così confermato e rafforzato il provvedimento cautelare emesso lo scorso 8 luglio.
Nuovi obblighi per Foodinho
Si tratta di un altro punto segnato a favore dei lavoratori della gig economy, che vede a carico del colosso delle consegne a domicilio nuovi obblighi: Foodinho, la società che gestisce Glovo, dovrà anche riconvocare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Palermo e Trapani per “avviare con lo stesso un immediato confronto e una consultazione preventiva sui rischi per la salute e sicurezza dei rider derivanti dalle ondate di calore, tenuto conto dell'età, del genere, della condizione di maternità e gravidanza, della provenienza geografica e della tipologia contrattuale”.
Il diritto a condizioni dignitose
E dopo un confronto con il rappresentante l’azienda dovrà inserire nel proprio documento di valutazione dei rischi una sezione dedicata ai rischi legati al caldo.
“Questa decisione segna un passaggio fondamentale – scrivono in una nota Nidil, Filcams e Filt -: i rider, troppo spesso inquadrati come lavoratori autonomi, hanno invece pieno diritto a condizioni di lavoro dignitose e sicure, a partire dalla tutela della salute e della sicurezza, come i subordinati e gli etero-organizzati”.
Il bonus beffa
La vicenda era nata a inizio estate con il bonus incrementale che Glovo aveva deciso di riconoscere ai rider in caso di temperature torride: 2 per cento in più tra i 32° e i 36°C, 4 per cento tra i 36° e i 40°C, fino a un 8 per cento per un termometro da bollino rosso, oltre i 40°.
Il bonus era stata subito definito una beffa e aveva fatto andare la Cgil su tutte le furie: si traduceva in pochissimi centesimi in più e incentivava i lavoratori a continuare le consegne nonostante i rischi per la salute, di collassi e insolazioni, fossero concreti.
A seguito delle pressioni, l’azienda l’aveva ritirato per decidere una misura fissa: sopra i 32° i rider avrebbero ricevuto 10 centesimi a consegna per comprarsi l'acqua, 50 centesimi al giorno per i sali minerali e un contributo una tantum di 5 euro per acquistare una borraccia.
Il ricorso del sindacato
Quindi, il ricorso presentato da Riccardo Vittorio Marotta, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale per le province di Palermo e Trapani, con l’intervento di Nidil, Filcams e Filt, e la sentenza del tribunale di Milano che ha definito le recenti misure della società “inadeguate”. Glovo dovrà quindi fornire a ciascun rider “cappello con visiera, occhiali da sole con filtri UV, creme solari ad alto fattore protettivo, borraccia termica e sali minerali idrosolubili”. Mentre il contributo stabilito dai giudici è pari a 30 centesimi per ogni consegna completata con temperature superiori o uguali a 25°C (e non più 32°) a titolo di rimborso per l’acqua.
Vittoria storica
"Si tratta di una vittoria storica – conclude la nota di Nidil, Filcams e Filt Cgil -, che conferma la validità delle battaglie sindacali e legali per estendere ai ciclofattorini le garanzie previste dal testo unico sulla sicurezza. Continueremo a vigilare affinché l’ordinanza venga applicata pienamente e perché si apra finalmente una stagione di vera contrattazione che metta al centro i diritti, la sicurezza e la dignità del lavoro dei rider”.