“Un programma di riorganizzazione e riduzione dei costi, con l’obiettivo di rafforzare la solidità del gruppo in risposta a un complesso contesto di mercato”. È con queste parole che mercoledì 10 settembre la Aquafil di Arco (Trento), storica azienda (fondata nel 1965) produttrice di nylon e fibre sintetiche, ha annunciato a sindacati e Rsu il proprio riassetto.

La riorganizzazione coinvolge l’intero gruppo (19 impianti in tre continenti e 2.400 dipendenti complessivi): per l’impianto di Arco, in particolare, sono previsti circa 20-25 esuberi (su 503 lavoratori) da definire entro la fine dell’anno.

“Il processo di riorganizzazione – ha annunciato l’azienda - sarà gestito attraverso un continuo confronto con le organizzazioni sindacali, nel pieno rispetto delle normative e con la massima attenzione alle persone coinvolte”. I prossimi incontri con i sindacati sono fissati per il 18 e il 22 settembre.

“Il gruppo sta lavorando a un programma di riorganizzazione e contenimento dei costi di produzione, in risposta a un mercato difficile e che i dazi americani hanno influenzato sensibilmente”, ha spiegato l’assessore al Lavoro della Provincia autonoma di Trento Achille Spinelli in un’informativa al Consiglio.

“Si sta cercando di ridurre i cosiddetti costi indiretti di struttura, di fatto gli esuberi in Aquafil non riguardano il settore produttivo bensì supporto alla produzione, amministrazione, manutenzione, staff e controllo qualità”, ha aggiunto: “Sul fronte produttivo la prospettiva è quella di investire ulteriormente in ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda gli esuberi, l’Agenzia del Lavoro accompagnerà i lavoratori”.

Filctem Cgil: “Valutare ricollocazioni o contratti di solidarietà”

“La notizia era nell’aria, ma non se ne conosceva la portata e, soprattutto, non sembrava così imminente”, commenta Mario Cerutti (Filctem Cgil Trentino): “L’azienda, invece, ha voluto imprimere una forte accelerazione ed è sua intenzione definire gli esuberi entro la fine dell’anno. Noi siamo impegnati già da subito a vagliare tutte le strategie possibili per ridurre l’impatto di questi tagli”.

Il rappresentante Filctem evidenzia che il primo obiettivo del sindacato è “tutelare al massimo l’occupazione, cercando anche di capire se sono possibili ricollocazioni in diciotto stabilimenti del gruppo o se è percorribile la strada dei contratti di solidarietà”.

Gli esuberi riguardano profili tecnici e specialistici, in particolare nell’amministrazione e nel controllo qualità. “L’indicazione di tagliare in questi segmenti è arrivata – continua Cerutti – dal piano di riorganizzazione varato per l’intera società. I tagli al personale non riguardano solo Arco, cervello operativo del gruppo, ma tutto il sistema Aquafil”

L’esponente Filctem così conclude: “Vogliamo approfondire le ragioni che portano a questa scelta, sicuramente ha inciso il calo dei volumi nonostante la chiusura di alcuni competitor. La preoccupazione è tanta. Se si muove in questa direzione una società strutturata come Aquafil, temiamo effetti peggiori in altre realtà. C’è una situazione generale di debolezza dei mercati, che i dazi americani non possono che amplificare”.