“Umiliazioni verbali, minacce di trasferimento o di revoca delle ferie o del part-time in caso di mancato raggiungimento dei budget; inserimento da parte dei responsabili di nuovi appuntamenti con i clienti all’insaputa delle lavoratrici e dei lavoratori; organizzazione di ‘tornei’, gare o sfide tra aree territoriali o filiali per confrontare o premiare i risultati dei dipendenti, politiche remunerative fortemente collegate ai risultati di vendita”. È la relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, istituita nella passata legislatura, a fare sintesi in un passaggio di quel fenomeno meglio conosciuto come ‘pressioni commerciali’ che alberga nel settore finanziario.

Nel corso degli ultimi due anni, caratterizzati dal boom di utili per il sistema bancario generati per effetto delle scelte della Bce sul costo del denaro, il tema delle pressioni commerciali è passato mediaticamente in secondo piano. La questione però rimane al centro dell’azione del sindacato, come l’aver reso l’accordo sulle politiche commerciali del 2017 parte integrante del nuovo contratto Abi dimostra, e punto centrale per la Fisac Cgil in vista dell’Assemblea nazionale ‘Adesso Basta!’ promossa da Cgil e Uil sui temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in programma venerdì 22 marzo alla stazione Leopolda di Firenze.

Maggiori garanzie e tutele per le lavoratrici e i lavoratori del settore, vittime di indebite pressioni commerciali esercitate dai vertici delle banche per spingere la vendita di prodotti finanziari e assicurativi, La categoria fa il punto in vista dell’Assemblea nazionale ‘Adesso Basta!’ di Firenze su salute e sicurezza. Questo l’impegno della categoria, come spiega la segretaria nazionale della Fisac Cgil, con delega al tema salute e sicurezza, Chiara Canton.

“Lo stress lavoro correlato è un fattore di altissimo rischio per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Negli ultimi trent’anni una branca della medicina ha dimostrato quali conseguenze lo stress provoca alla salute: cardiopatie, una compromessa risposta immunitaria ai tumori, depressione. Registriamo, infatti, anche un esteso uso di psicofarmaci e ansiolitici tra i dipendenti”, afferma la dirigente sindacale, aggiungendo che: “Abbiamo avuto il merito di aver acceso negli ultimi anni un faro sullo stress lavoro correlato che investe il nostro settore. È del 2017, infatti, l’accordo sottoscritto con Abi sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro, entrato poi a pieno titolo nel contratto rinnovato lo scorso anno”.

Ed è lungo questa linea che va avanti l’impegno della Fisac: “Vogliamo rilanciare la nostra rivendicazione sul fronte del benessere lavorativo - spiega Canton -, guardando con attenzione ad alcune dinamiche. Innanzitutto il processo di desertificazione bancaria, che porta con sé una restrizione dell’occupazione, produce in maniera inversa e direttamente proporzionale un aumento dello stress lavorativo: diminuiscono gli addetti e su quelli che rimangono aumentano le pressioni commerciali. E c’è poi il tema della trasformazione del settore, della digitalizzazione, che muta lo stress in tecnostress, per effetto appunto di quanto la tecnologia incida sempre di più sul lavoro”.

Quali sono quindi gli obiettivi prossimi? Risponde Canton: “C’è bisogno sempre di più di riconoscere un ruolo preminente e incisivo agli Rls, di formarli adeguatamente ai cambiamenti e alle normative, di intersecare il loro impegno con quello delle segreterie di coordinamento. Ma abbiamo soprattutto bisogno di fare del benessere organizzativo un obiettivo per tutte le aziende del settore. Su questo il nuovo contratto sottoscritto con Abi ci aiuta: non solo per il riferimento alla commissione nazionale su salute e sicurezza ma anche per la cabina di regia che, analizzando l’evoluzione dei modelli organizzativi che deriveranno dalla digitalizzazione, potrà agire con la contrattazione d’anticipo per offrire maggiori tutele alle lavoratrici e ai lavoratori in termini di benessere lavorativo.

Ultimo, ma non meno importante, diventerà cruciale per quelle aziende che vorranno aprire fondi di prepensionamento rispettare un rapporto di sostituzione pari a uno a uno”. Tutto porta quindi al tema dell’organizzazione del lavoro. Il sistema deve assumere la rivendicazione principale del sindacato, ovvero dare preminenza al benessere lavorativo a tutela dell’ “asset” principale del sistema: le lavoratrici e i lavoratori del credito.