La Network Contacts, che opera nel settore dei call center, ha confermato la decisione, annunciata il 24 marzo scorso, di procedere con 90 licenziamenti (su 233 dipendenti) per il sito produttivo di Crotone. La decisione è stata motivata con il “calo strutturale dei volumi di lavoro” legati alla commessa di Poste Italiane.

Si è dunque concluso negativamente lunedì 5 maggio il secondo incontro tra le segreterie nazionali e regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, le Rsa e l'azienda, a conclusione del quale non si è raggiunto l'accordo per evitare i licenziamenti (che riguardano 86 operatori e quattro team leader).

Un licenziamento collettivo reso più facile – denunciano i sindacati – dal nuovo contratto applicato dall’azienda dal 1° febbraio scorso, dopo aver disdettato il contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni. Il nuovo contratto è stato siglato dalla Assocontact (il cui presidente, Lelio Borgherese, è anche il proprietario di Network Contacts) con la sola Cisal, che ha scarsa o nulla rappresentatività nel settore.

Tornando alla vertenza, i sindacati hanno espresso la loro disponibilità a valutare soluzioni non traumatiche per mantenere i livelli occupazionali, in attesa di un confronto con Poste Italiane. L'azienda ha annunciato la presentazione di un verbale di mancato accordo, avviando così la fase amministrativa della procedura di licenziamento e coinvolgendo la Regione Calabria nel processo.

Sindacati: “Poste Italiane deve intervenire”

“Noi continueremo a portare avanti ogni iniziativa possibile, sottoponendo il problema anche alle istituzioni nazionali e promuovendo, tramite la deputazione parlamentare calabrese, un'interpellanza”, affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.

“Anche il committente, che è un'azienda partecipata dallo Stato, deve diventare parte attiva e prendere una posizione decisiva e tempestiva che possa consentirci di chiudere definitivamente questa vertenza”, proseguono le tre sigle: “Non consentiremo a nessuno di nascondersi e sfuggire alle proprie responsabilità”.

Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil così concludono: “Quando si parla di mantenere posti di lavoro, tutte le parti coinvolte dovranno fare la loro parte, tenendo conto che si discute del futuro di decine di lavoratori e delle loro famiglie. In questi casi, l'unico risultato accettabile è che non si perda neanche un posto di lavoro”.