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Lavoro al palo nelle Marche, crescono ancora i precari, prima regione per numero intermittenti. Tra gennaio e giugno di quest’anno aumenta del 15,6% la cassa integrazione rispetto allo stesso periodo del 2024, gli inattivi si attestano a 261 mila unità, aumentano del 10% i disoccupati. Sul totale delle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota molto ridotta (10,4%) e in costante flessione; la tipologia contrattuale maggiormente presente è il contratto a termine (36,2%), seguita dal contratto intermittente (20,2%).
È questo il quadro che emerge dai dati Inps e Istat elaborati da Ires Cgil Marche. “La piena occupazione e la qualità del lavoro – dichiara Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche – devono rappresentare la priorità della nuova Giunta regionale. Rimane cruciale l’attenzione nei confronti delle categorie più fragili del mercato del lavoro, in particolare, i giovani e le donne”.
Cassa integrazione primo semestre 2025
Nel secondo trimestre 2025, sono state richieste e autorizzate complessivamente 12,1 milioni di ore di cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà. È quanto emerge dai dati Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche. La cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a 11,9 milioni di ore, mentre il ricorso a FIS e altri fondi arriva a 174 mila ore.
Rispetto al secondo trimestre dell’anno precedente, nelle Marche la cassa integrazione registra un aumento di 1,6 milioni di ore (+15,6%). La tendenza risulta meno accentuata sia rispetto al valore medio italiano (+21,8%) che al valore del Centro Italia nel complesso (+21,6%). L’aumento delle ore di cig rispetto allo stesso periodo del 2024 è totalmente imputabile al ramo dell’industria, il quale registra un saldo di +1,4 milione di ore (+14,1%). Al suo interno, in termini assoluti l’incremento è ascrivibile principalmente ai comparti tessile-abbigliamento (+1,2 mln di ore) e pelli-cuoio-calzature (+593mila ore).
Mercato del lavoro primo semestre 2025
Nel primo trimestre 2025 la stima degli occupati nelle Marche si attesta a 653 mila unità. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il valore subisce un incremento di 4 mila unità (+0,6%). L’aumento della componente occupazionale risulta meno marcato rispetto a quello avvenuto nel Centro Italia (+0,8%) e nel Paese nel complesso (+0,9%). Il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni è del 67,1%, in diminuzione di circa 0,5 punti percentuale rispetto al secondo trimestre 2024, in controtendenza se confrontato con i valori del Centro (+0,1%) e dell’Italia in generale (+0,4%). La stabilità dell’occupazione nelle Marche è ascrivibile interamente all’aumento dei lavoratori indipendenti (+12 mila, +8,6%). I dipendenti registrano invece un calo di 8 mila unità (-1,6%).
L’occupazione crolla nell’agricoltura (-41,8%)
Tra i macrosettori l’occupazione crolla nell’agricoltura (-41,8%) e cresce in maniera decisa nelle costruzioni (+17,7%), mentre l’industria segna +3,7%. In termini assoluti i servizi (esclusi commercio, alberghi e ristoranti) diminuiscono di 15 mila unità (-5,2%).
Segnale fortemente negativo dai disoccupati, che nelle Marche si attestano a 41 mila unità, aumentando di 4 mila individui (+10%). Rimango stabili gli inattivi, che si attestano a 261 mila persone. Inalterato il tasso di inattività che permane al 28,4%.
Osservatorio sul precariato primo semestre 2025
Secondo i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche, nel periodo gennaio-giugno del 2025 le aziende marchigiane hanno effettuato 119.837 assunzioni, l’1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 e l’1,2 in meno rispetto al 2023. Rispetto allo scorso anno diminuiscono tutte le tipologie di assunzione ad eccezione delle assunzioni in somministrazione (+2,5%) e con contratto intermittente (+3,3%).
Sul totale delle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota molto ridotta (10,4%) e in costante flessione; la tipologia contrattuale maggiormente presente è il contratto a termine (36,2%), seguita dal contratto intermittente (20,2%). La regione risulta altresì essere la prima in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti (20,2% contro la media nazionale del 10,3%).
“In questi anni – conclude Fontana – il Pnrr ha fatto sì che fosse nelle disponibilità della Regione una quantità di risorse senza precedenti, nel 2025 parliamo di circa 38 milioni di euro. Il Pnrr finirà a giugno 2026, pertanto occorrerà una programmazione efficace di tutti gli altri fondi a disposizione della nuova giunta per invertire le dinamiche del mercato del lavoro regionale e dare risposte, in particolare, a donne e giovani”.