Le organizzazioni sindacali che rappresentano circa l’80% del personale iscritto della Guardia di Finanza, hanno manifestato davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze per denunciare la scarsa attenzione del governo verso il comparto Sicurezza e Difesa. Una protesta pacifica ma determinata nata, spiegano i promotori, “dalla frustrazione per promesse mancate e porte chiuse al dialogo”.

“La scelta della piazza è stata difficile per un sindacato come il nostro – afferma Francesco Zavattolo, segretario generale del Silf – ma quando il confronto istituzionale non porta risultati concreti, non resta altro modo per difendere gli interessi della categoria”.

I sindacati contestano l’esclusione dal tavolo di confronto sulla prossima legge di Bilancio, una fase decisiva che precede l’apertura dei negoziati per il rinnovo del contratto e la definizione della previdenza dedicata. “È una disattenzione che il personale della Guardia di Finanza non merita – prosegue Zavattolo –. Chiediamo rispetto, partecipazione e risorse adeguate per chi ogni giorno garantisce la legalità e la sicurezza economica del Paese”.

La protesta si inserisce in un contesto di crescente malcontento tra i lavoratori del comparto che lamentano stipendi fermi, carichi di lavoro in aumento e una cronica mancanza di riconoscimento. “Se il governo riesce a trovare i fondi per sostenere gli impegni internazionali in materia di difesa fino al 5% del pil – sottolinea ancora Zavattolo – non si capisce perché non riesca a destinare adeguate risorse al personale che la difesa la garantisce ogni giorno, sul campo”.

I sindacati chiedono infine una chiara presa di posizione da parte della presidente del Consiglio, affinché il contratto e la previdenza dedicata siano finanziati in modo giusto e trasparente. “Non chiediamo privilegi – concludono – ma equità, rispetto e dignità per le donne e gli uomini della Guardia di Finanza”.