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Nelle Marche gli infortuni sul lavoro non accennano a diminuire gli infortuni. Secondo i dati Inail, elaborati da Ires Cgil Marche, nel primo semestre (gennaio-giugno) del 2025, ne sono stati denunciati 8473, (nel semestre precedente erano 8375), pari a 42 infortuni al giorno. Aumentano anche gli infortuni mortali: 10 vittime nel primi sei mesi del 2025, quasi due infortuni al mese e 8 su 10 accadono in occasione di lavoro. Ciò significa che il luogo in cui si lavora non è sicuro.
L’aumento di infortuni è comune a tutte le province: Ancona con 2.878 (2847 primo semestre 2024), Ascoli Piceno con 1.066 (1063, primo semestre 2024), Macerata con 1.799 (1722, primo semestre 2024), Pesaro e Urbino con 2.056 (2024, primo semestre 2024). Fa eccezione Fermo con 674 infortuni (719). Per la Cgil Marche, si legge in una nota, “ciò si lega principalmente al massiccio ricorso alla cassa integrazione a causa della crisi del distretto della moda e calzature”.
Per quanto riguarda le donne, si è passati da 2.916 del primo semestre 2024 infortuni a 3.018 di quello attuale; anche gli stranieri continuano ad essere i più colpiti. Se si analizzano le fasce di età, risulta che vi è un aumento considerevole nella fascia di età tra i 60 e 69 anni passando da 766 del primo semestre 2024 ai 906 del primo semestre 2025. Questo è dovuto principalmente ai criteri previdenziali restrittivi per andare in pensione.
Dichiara Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche: “Questa situazione conferma che la sicurezza deve essere una priorità e deve vedere tutti i soggetti impegnati e coinvolti: istituzioni, organizzazioni sindacali datoriali e sindacali. Va da sé che quello che si sta facendo non è abbastanza se si continua a morire lavorando perché non è sicuramente frutto della fatalità. Esistono delle responsabilità dirette”.
Per Longhin, “servono norme efficaci che davvero siano in grado di tutelare i lavoratori, e la patente a punti come abbiamo potuto constatare non riesce a migliorare la sicurezza nei cantieri edili. Servono più controlli, più personale per le ispezioni; per questo, chi si candida a governare la Regione deve aumentare la spesa sanitaria in prevenzione e procedere ad un piano di assunzioni del personale ispettivo”.
Il sistema delle aziende, conclude Longhin, “deve investire ancora di più in formazione, e contrattare l'organizzazione del lavoro con il sindacato. Il decreto nazionale sull'emergenza caldo così come l'ordinanza regionale sul caldo sono strumenti che devono essere migliorati perché cosi si è visto non sono in grado di risolvere la complessità del problema".