Nel periodo gennaio- giugno 2023 sono state richieste e autorizzate complessivamente 6,8 milioni di ore di Cassa integrazione, Fis e altri fondi di solidarietà. Non è presente la causalità Covid-19, rimasta in vigore fino al 31 marzo 2022 (ultimo dato disponibile). È quanto emerge dai dati Inps elaborati dall’Ires Cgil Marche. In particolare, la Cig (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a 6,5 milioni di ore, mentre il ricorso a Fis e altri fondi arriva a circa 227 mila ore.

“Come in linea con gli anni precedenti, è l’industria che assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (6.038.540). Le ore registrate nel terziario sono 148 mila. Desta preoccupazione il dato dell’edilizia: sono quasi 385 mila le ore autorizzate, unico ramo ad aver osservato un incremento delle ore rispetto allo stesso periodo del 2022 (+61,9%, pari a + 147 mila ore) per effetto del blocco dei bonus  e dei crediti incagliati che hanno generato paura nel settore”, dichiara Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche.

Per quanto riguarda le ore di Cig nei principali settori dell’industria, il calzaturiero e il settore dell’abbigliamento sono gli unici a registrare una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2022.  Si osservano incrementi significativi nella carta, stampa ed editoria (+683,6%), nel legno (+166,2%) e nella chimica-gomma-plastica (+146,7%). Risulta invece moderato l’aumento della Cig nel settore della meccanica (+1,4%).

Per ciò che concerne il terziario, le ore autorizzate di Cig sono quasi totalmente ascrivibili al settore degli studi professionali, vigilanza e case di cura, che aumenta altresì del 28,4% rispetto a gennaio-giugno 2022. Gli altri settori registrano una significativa diminuzione.

Conclude Fontana: “Nel periodo gennaio- giugno 2023, i dati sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma sempre al di sopra del periodo pre-pandemia. Tutto questo conferma il perdurare di una crisi ampia e stratificata, trasversale a diversi settori, in particolare la meccanica, il legno, la carta-stampa editoria, i trasporti e le comunicazioni.  Crisi che viene da lontano e della quale non si intravede la fine”.