Licenziato a 55 anni per aver imprecato sul luogo di lavoro. Accade a Bologna, alla Covisian, azienda che lavora in appalto per Hera, durante il turno al call center. E scatta la protesta: i sindacati proclamano un pacchetto di sciopero di 16 ore, indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil di Bologna, insieme alle Rsu. Con la richiesta di ritirare subito il licenziamento.

“Welcome to Covisian, 1930 d.C”. Molto significativo il cartello che accompagna la mobilitazione, esposto a fianco della porta d'ingresso dell'azienda. Nello specifico, il lavoratore è stato licenziato per aver bestemmiato durante l’orario di lavoro, esasperato per il malfunzionamento dei sistemi informatici.

Da parte loro, i dipendenti di Covisian in sciopero si sono ritrovati di fronte agli uffici di via Corticella per protestare contro un procedimento disciplinare sproporzionato. Domani si replica con altre otto ore di mobilitazione, sperando che il licenziamento, impugnato dal lavoratore con l'assistenza del sindacato, venga ritirato.

Un clima da anni cinquanta

“Queste cose a Bologna non possono accadere”, afferma segretario della Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli, intervenendo proprio al presidio davanti all’azienda. “Siamo di fronte a atteggiamento e clima da anni '50 che è inaccettabile, tanto più in una città come Bologna che i licenziamenti per rappresaglia li ha vissuti negli anni '50 a migliaia –  osserva Bulgarelli -. Mi sembra che ci sia un atteggiamento dell'azienda che mira a terrorizzare i colleghi di lavoro, con tre provvedimenti, di cui due di licenziamento in poco tempo, proprio per attaccare i diritti dei lavoratori e pensare di fare piazza pulita dei diritti dei lavoratori negli appalti mentre si cerca di avere mano libera nella loro gestione”.

“C'è una discussione molto ampia nel Paese e in Europa sulla responsabilità sociale di impresa e sugli obblighi di diligenza nelle catene del valore – aggiunge il sindacalista -. Si va verso una direttiva europea che impone l'obbligo di diligenza per le imprese nei confronti dei fornitori. Non si può pensare che qualcuno si lava le mani di quello che succede nei propri appalti”.

Il ruolo del committente

I lavoratori “ci dicono, peraltro, che nella contestazione emerge il ruolo del committente. Quindi il committente deve intervenire per far fare un passo indietro a Covisian”. Questa vicenda inoltre “ricorda l'importanza di riconquistare l'articolo 18 per tutti, ma ci dice anche che la vertenza di questi lavoratori assume un carattere generale perché non è tollerabile questo comportamento dell'azienda”.

Per Gianluca Barletta, Slc Cgil, “domani dovremo decidere se proclamare un nuovo pacchetto di ore di sciopero: la vertenza riguarda atteggiamento Covisian, ma anche Hera è coinvolta”. Nel particolare “ci sono sette giorni per revocare il licenziamento, ma non mi aspetto che l'azienda lo faccia. Però ci proviamo. Il licenziamento è illegittimo, ma se a questi lavoratori fosse stato applicato l'articolo 18 non sarebbe stato possibile”.

Franco: adesso chi mi riprende?

Il lavoratore licenziato si chiama Franco. Lui stesso ha parlato alla protesta, come riferiscono le agenzie di stampa: “Sono Franco e son un ex dipendente di Covisian”, ha esordito. “Quel giorno per l'ennesima volta in questa azienda i sistemi non funzionavano, cadeva la linea, si bloccavano le pratiche, ho esternato bestemmiando contro i sistemi e contro il computer. Era presente una persona di Hera, che si è lamentata con i miei superiori. Qualche giorno dopo mi è arrivata una lettera disciplinare in cui mi si contestava di aver bestemmiato. Io ho chiesto subito scusa, ha sottolineato che non si fa e che la mia imprecazione era dovuta al malfunzionamento del sistema”.

E ancora l’uomo prosegue: “Il 30 novembre sarà una data che ricorderò, perché sono stato chiamato in ufficio dopo due ore di turno e mi è stata consegnata la lettera di licenziamento. Essere licenziato a 55 anni così… Chi mi riprende?”.