È possibile trovare lavoro, è possibile che il proprio lavoro sia occasione di crescita personale e collettiva, è possibile che quel lavoratore, quella lavoratrice, arricchisca il luogo di lavoro nel quale è occupato.
È possibile che gli stereotipi e le diffidenze, e gli ostacoli che questi creano, vengano superati dalla collaborazione tra centri per l’impiego, aziende e datori di lavoro, sindacato. È possibile che storie difficili abbiano un lieto fine.
È possibile, ma occorre davvero che si crei una rete di competenze e disponibilità che affianchi le persone portatrici di disabilità che vogliono e hanno il diritto di lavorare. Lo prevede la legge, lo impone la Costituzione.
Le storie che raccontiamo sono quelle di chi a Firenze, grazie alla Camera del lavoro e allo Sportello disabilità della Cgil, hanno trovato accoglienza, ascolto, ma anche professionalità, in grado di consigliare e indirizzare aiutando ad andare oltre gli ostacoli che una disabilità – purtroppo – porta con sé quando ci si affaccia al mondo del lavoro, e non solo. Storie che dimostrano come – appunto – sia possibile, a volte difficile, ma possibile.
“Esiste una legge, la 68 del 1999, che prevede che ogni azienda con più di 15 dipendenti ogni anno debba comunicare quanti lavoratori o lavoratrici con disabilità ha assunto in ragione di uno ogni 15”, illustra Francesca Gialli, responsabile dell’Ufficio collocamento mirato di Firenze: “Il nostro compito è individuare le posizioni scoperte, attivare le convenzioni con le aziende, identificare nella nostra banca dati, facendo anche colloqui di preselezione, chi è più adatto a ricoprire quella determinata posizione”.
Ma questo Ufficio fa di più. Propone alle aziende le azioni migliori da mettere in campo per rendere accogliente e compatibile l’ambiente di lavoro con le difficoltà del lavoratore con disabilità: “Diamo consigli e suggeriamo alle aziende, finanziandolo anche con i nostri avvisi pubblici sul fondo regionale, di inserire al proprio interno un disability manager per aiutare a migliorare la condizione delle persone con disabilità all'interno dell’impresa, creando così la situazione lavorativa ideale per la persona”. Insomma, se si vuole diventa possibile.