No al regime del controllo. No a un governo che invece di governare comanda e chiude gli spazi di libertà e opinione. Con questo no pasarán chiaro e forte Maurizio Landini ha aperto il suo intervento dal palco della manifestazione di Cgil e Uil a Roma, in piazzale Ostiense, dove si è concluso il corteo partito dal Circo Massimo.
 

“Il governo e questa destra - ha detto il segretario generale della Cgil - vogliono costruire un regime che impedisce il diritto di manifestare”, vogliono “controllare ciò che si dice e ciò che si fa. Siamo in una situazione in cui si sta cercando di comprimere la libertà delle persone. Lo dico a partire da quello che è successo alle organizzazioni sindacali. Penso all'attacco al diritto di sciopero, penso al diritto di manifestare, che per quanto ci riguarda deve essere garantito a tutte le persone, a prescindere da ciò che pensano. Il diritto di manifestare è un elemento di democrazia, quando metti in discussione questo diritto, metti in discussione la democrazia di un Paese. E questo vale per i lavoratori, vale per gli studenti, vale per le università”.

“Quando parlo del controllo, parlo anche del controllo e dell'occupazione che si sta facendo della radio, della televisione e degli organi di informazione”, ha aggiunto Landini, facendo riferimento diretto alla censura subita da Antonio Scurati. “Questa sera, in una trasmissione televisiva, era previsto che Scurati facesse un monologo per ricordare il 25 aprile”, ha detto il numero uno della Cgil, ma “la trasmissione è stata cancellata”.

Anche per questo “noi oggi in questa piazza non stiamo solo avanzando delle proposte, difendendo un punto di vista, proponendo un'idea di Paese. No, stiamo difendendo la nostra democrazia e stiamo praticando la democrazia antifascista nata dalla Resistenza, e prevista dalla nostra Costituzione”.

La crisi sistemica della sanità pubblica

Ma “c'è anche bisogno di raccontare la realtà del Paese”, ha proseguito Landini entrando nei temi della mobilitazione odierna per la sanità e il diritto alla cura, per la salute e sicurezza, per la riforma fiscale e per la tutela dei salari. “Quando si parla di sanità, uno dei temi che dobbiamo affrontare sono i numeri. Ci sono 4 milioni e mezzo di persone che non possono curarsi perché non hanno i soldi necessari. Nel 2022, nonostante già paghino ogni mese i contributi per la sanità pubblica, i cittadini italiani hanno dovuto sborsare 42 miliardi di euro per curarsi”.

Prosegue Landini: “Siamo il Paese con liste d'attesa che arrivano anche a due o tre anni, il Paese in cui mancano 30.000 medici e 70.000 infermieri. Se consideriamo anche quelli che andranno in pensione nei prossimi due o tre anni, ciò significa che oggi sono necessarie almeno 150.000 nuove assunzioni, senza contare la stabilizzazione necessaria di chi attualmente è precario”.

Il leader della Cgil ha ricordato che la “Corte dei Conti, nei giorni scorsi, ha affermato in modo molto esplicito che ci troviamo di fronte a una crisi sistemica del Sistema sanitario italiano pubblico. Tra l'altro, la spesa sanitaria pubblica in Italia è tra le più basse d'Europa. Spendiamo quasi la metà di quanto spende la Francia e la Germania. Attualmente, 12 Regioni su 20 dichiarano di non essere in grado di garantire i livelli di assistenza che dovrebbero essere garantiti a tutti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Ma la spesa del governo diminuisce

“Ci troviamo di fronte al fatto che in un Paese che sta invecchiando il governo non ha allocato neanche un euro per finanziare la legge sulla non autosufficienza - prosegue Landini -. Stiamo parlando del fatto che ci sono quasi 4 milioni di persone non autosufficienti che necessitano di cure, tutela e sostegno. I provvedimenti che sono stati presi, se va bene, riguardano solo 25.000 persone. Per questa ragione è necessario intervenire. Tuttavia, nel Documento di Economia e Finanza (Def) appena comunicato, quella sorta di scatola vuota in cui hanno rinviato tutto a dopo le elezioni, non vogliono far sapere in anticipo quello che intendono fare. Ma già in queste linee guida la spesa sanitaria si abbassa, e guardando al 2027 è scritto nero su bianco dal governo che si ridurrà la spesa sanitaria, passando dal 6,4% al 6,2% del Pil”, ha detto Landini.

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La “porcheria” dell’autonomia differenziata

“Ma non è finita qui”, prosegue Landini: “Perché di fronte al fatto che più di 700.000 persone ogni anno, provenienti dalle regioni del Mezzogiorno, devono spostarsi in altre regioni per ricevere cure mediche, ci troviamo di fronte a un governo che in Parlamento intende far votare la legge sull'autonomia differenziata". “Non solo è una porcheria, perché non fa altro che aumentare le divisioni, ma non è quella la strada da percorrere. Non è la strada che porta a dire che se ognuno nella propria Regione, nel proprio Comune, nel proprio condominio è più libero, starà meglio e avrà le risorse. Questo è un film che non regge, è una pura bugia. Dovremmo imparare dall'esperienza, e l'esperienza passata dimostra che su temi come la sanità, le politiche industriali, la scuola, cioè sui diritti fondamentali, è necessario creare un sistema. Serve una politica italiana e serve una politica europea”.

La questione del fisco è centrale

Certamente, scandisce Landini, “è necessario trovare i soldi, e per questo il tema del fisco diventa centrale: bisogna andare a recuperare i soldi dove sono, e, in un Paese che ha 90 miliardi di evasione fiscale ogni anno, i soldi da recuperare sono lì. Non possiamo continuare a essere noi a pagare anche per coloro che non lo fanno, anche per coloro che evadono. Ma questo governo sta concedendo condoni, sanatorie, concordati”.

“Il nostro Paese - ha ricordato il segretario Cgil alla piazza che lo ascoltava - ha bisogno di investimenti essenziali. Abbiamo bisogno di creare lavoro, di migliorare la sanità, l'istruzione, di adottare nuove politiche industriali. Perciò, per noi, la battaglia contro l'autonomia differenziata è fondamentale, e siamo pronti a combatterla utilizzando qualsiasi strumento la democrazia ci metta a disposizione”.

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Salute e sicurezza: un modello di impresa sbagliato

Venendo all’altro grande tema della giornata, la salute e sicurezza, Landini ha ricordato che “ci troviamo di fronte a una strage che non si ferma, ma "se c'è qualcosa di nuovo che è stato fatto in Parlamento, a partire dal provvedimento che estende la tutela normativa ed economica dei contratti firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, ed era una nostra richiesta, se questa cosa è passata grazie alla lotta e alle battaglie che noi abbiamo portato avanti, non è stata concessa gratuitamente".

"Ma non è sufficiente - ha proseguito il segretario Cgil - perché ciò che sta emergendo è che dietro alle morti, agli infortuni e alle malattie professionali, che stanno aumentando, c'è proprio un modello di fare impresa che va messo in discussione. Quanto è accaduto negli ultimi 20 o 25 anni ha modificato la legislazione del nostro Paese. L'intermediazione di manodopera, che prima era vietata per legge, oggi è possibile. La parità di trattamento economico e normativo, che era prevista dalle leggi, è stata modificata. Il sistema degli appalti, dei subappalti, è stato cambiato fino ad arrivare al subappalto a cascata, previsto dal Codice degli appalti. Sono porcherie fatte attraverso modifiche legislative".

"Un'indagine dell'Inail - insiste Landini - spiega che proprio tra i contratti a termine gli infortuni sono il doppio rispetto ad altre forme di rapporto di lavoro. Quando sei precario, sei più ricattabile, sei meno libero. Quando sei in subappalto e sottopagato la logica è quella di fare profitto e fare presto. Le persone che lavorano vengono considerate una merce. Questo è il problema. Perciò, dobbiamo cambiare queste leggi: basta precarietà, basta subappalti”. E la legge “deve intervenire anche per correggere gli errori legislativi commessi riguardo ai migranti. È giunto il momento di cambiare. Non puoi continuare a tenere sotto ricatto queste persone, che hanno gli stessi diritti di chiunque altro".

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Legge sulla rappresentanza e rinnovi

Landini ha poi ribadito una battaglia che da anni Cgil e Uil portano avanti, ossia per una legge sulla rappresentanza sindacale, perché si deve essere “cittadini anche nel luogo di lavoro, quindi col diritto di votare, di eleggere le proprie rappresentanze, di approvare e di votare i propri accordi. Questa è la democrazia e allora facciano una legge sulla rappresentanza che garantisca questi diritti”.

E, per il numero uno della Cgil, il 2024 “deve essere l’anno dei rinnovi contrattuali”, perché “non si può essere poveri pur lavorando, cosa che invece accade a causa dei salari fermi, della precarietà e dei part-time involontari. E quindi lo diciamo chiaramente al governo: è necessario rinnovare i contratti scaduti da anni, sia per i dipendenti pubblici, sia per gli insegnanti, sia per coloro che operano nel settore sanitario. Lo diciamo perché milioni di persone nei settori industriali, dell'artigianato e dei servizi hanno contratti scaduti da anni. E i contratti devono prevedere un aumento salariale superiore all'inflazione”.

Politiche industriali degne di questo nome

“Il nostro obiettivo - prosegue Landini - è quello di rilanciare le politiche di investimento e le politiche industriali” ma “la logica con cui questo governo sta privatizzando non è accettabile, poiché si sta semplicemente cercando di raccogliere fondi per bilanciare i conti per qualche anno. Noi abbiamo bisogno di investire nei settori strategici di questo Paese”. Ad esempio “Telecom, Poste, Ferrovie, Enel e altre imprese pubbliche, ma anche nei settori strategici privati come la mobilità, la siderurgia, il settore chimico e farmaceutico”.

“Questa battaglia deve essere portata avanti anche a livello europeo. Le politiche di austerità e i patti di stabilità devono essere modificati, e questo è un elemento fondamentale della nostra lotta, lo affermiamo in modo chiaro. Oggi abbiamo bisogno di chiedere che l'Italia e l'Europa investano nelle politiche industriali, nella sanità pubblica e nella lotta reale all'evasione fiscale, anziché investire in armi”.

Decidono le donne: martedì presidio al Senato

Landini ha quindi concluso il proprio intervento annunciando che martedì 23 aprile, alle 17, Cgil e Uil attueranno un presidio davanti Palazzo Madama per la difesa del diritto delle donne messo in discussione dal tentativo di modificare la legge 194 sull'aborto. “Mi sembra che la destra voglia impedire alle donne di essere loro che decidono sul loro corpo. Siamo di fronte a una pericolosissima regressione determinata da “una logica proprietaria, pericolosa, sbagliata e regressiva”.

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Bombardieri: ascoltate la nostra piazza

"Questa è una piazza che racconta la verità di questo Paese. Una piazza che chiede di essere ascoltata, che chiede risposte al governo. Noi siamo costretti a richiamare i numeri, servono investimenti, servono risorse''. Lo ha detto invece il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, concludendo la manifestazione. ''I salari si sono impoveriti in Italia più che in altri Paesi. Quando vi chiediamo di rinnovare i contratti non ci rispondete. Mettete più soldi nel pubblico impiego, date più risorse nel settore privato visto che spesso avete dato regali a chi non paga le tasse'', ha detto il leader della Uil.

“Questa piazza dice ora basta con le morti sul lavoro, con una sanità che non è in grado di dare risposte, è una piazza che dice ora basta con gli stipendi da fame e con le disuguaglianze". “I dati reali sono quelli dei salari che si sono impoveriti del 2,9% in Italia, mentre in Francia e Germania dello 0,6%. Mettete più soldi nel pubblico impiego per rinnovare i contratti - ha proseguito - e nel settore privato fate la detassazione degli aumenti contrattuali, date la possibilità di rinnovare i contratti a chi non lo ha ancora fatto. C'è un'inflazione che ha eroso il potere di acquisto e chi vive di salario e pensione non riesce ad arrivare a fine mese. In coscienza vi sentite di poter dire in campagna elettorale che la sanità è dignitosa? Vi sentite di dire – ha aggiunto Bombardieri - che avete fatto sforzi per migliorarla?”.