Una manovra “senza coraggio e visione”, che “non toglie le ragioni della nostra mobilitazione a partire dalla manifestazione di sabato” a Roma con 200 associazioni. “Indicheremo la Via Maestra per la Costituzione e la pace, contro la precarietà e per un futuro diverso”, dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini intervistato da Repubblica.

Cuneo fiscale, un taglio spot

Per il numero uno di Corso Italia il taglio del cuneo “è una nostra richiesta, conquistata con il governo Draghi. Ma qui viene riconfermato quel che già c'è, non si possono vendere la stessa operazione due volte, come Totò con la Fontana di Trevi”. Tra l'altro “la misura non è strutturale, dura solo un altro anno. I salari devono crescere per recuperare il potere d'acquisto perso, le detrazioni non sono indicizzate all'inflazione, le pensioni sono dimenticate anzi tagliate in questi anni del 10%da una rivalutazione parziale”.

Carello vuoto e inflazione alle stelle

Per Landini “tutte le misure spot non stanno funzionando, dal prezzo medio dei carburanti al bonus benzina dato a pochi. Il carrello tricolore fa sorridere: sperimentale, a termine, volontario. Intanto aumenta tutto: bollette, carburanti, mutuo, affitti, scuola, sanità”. Dunque le ragioni per manifestare sono tantissime. “E non sarà una manifestazione contro qualcuno, ma per chiedere cambiamenti e riforme”.

Tasse, il taglio che non c’è

“Questo è il governo che ha fatto dodici condoni, che pensa di arrivare alla flat tax, che sventola pannicelli caldi mentre a pagare per tutti sono i soliti: lavoratori e pensionati”. Secondo il segretario generale della Cgil “se l'intenzione è quella di allargare il primo scaglione Irpef del 23% da 15 mila a 28 mila euro, intanto per i redditi più bassi non cambia nulla. E ad esempio a 18 mila euro siamo a 4 euro lordi in più. Scherziamo? Vorremmo poi capire come questo governo vuole rinnovare i contratti pubblici e incentivare il rinnovo di quelli privati visto che tutti hanno perso i115-16% di potere d'acquisto in questi anni. E quanto vuole mettere sulla sanità visto che la Nadef conferma i tagli”.

Sindacato e politica

Alla domanda se la Cgil vuole far politica? Landini ricorda come “la Cgil è nata nel 1906, ha quasi 120 anni. Ha sempre svolto una funzione sindacale confederale e politica. Non ci siamo mai limitati a rappresentare i lavoratori solo nei luoghi di lavoro, ma i cittadini ovunque vivono. E vogliamo dire la nostra quando si parla di politica economica e sociale. Le annunciate privatizzazioni, come ci insegna il passato, non aiutano il Paese anzi lo indeboliscono sul piano industriale”.

Crisi industriali senza soluzioni

Il leader della Cgil parte da un assunto: "In questo Paese, nel mezzo di una epocale transizione digitale e ambientale, manca del tutto una politica industriale e di sviluppo del Mezzogiorno. Lo Stato è completamente assente. Ai tavoli si perde solo tempo". Il governo sta facendo "lo spezzatino con Telecom regalando di fatto la rete allo stesso fondo americano che chiude la Marelli e licenzia. La categoria dei metalmeccanici unitariamente ha fatto uno sciopero a luglio. Da anni chiediamo un piano sull'automotive senza aver risposte". Per la Cgil "ci sono responsabilità specifiche che questo governo deve assumersi, anche sull'acciaio, le telecomunicazioni, le politiche energetiche. Non basta lasciar fare al mercato".

Salario minimo, che fine a fatto?

Il salario minimo è uscito dai radar. “Ad oggi il governo non si è mai espresso – sottolinea Landini - Ha scaricato tutto sul Cnel che pub fornire un quadro informativo ampio, ma non sostituirsi né all'esecutivo né alle parti sociali”. La posizione della Cgil è nota: “una paga da 4-5-6 euro lordi all'ora non permette di vivere dignitosamente. Chiediamo una legge sulla rappresentanza che estenda la validità generale dei contratti collettivi nazionali, cancelli quelli pirata, preveda una soglia di salario minimo orario sotto cui nessun contratto pub scendere. È il momento di cancellare le leggi che hanno esteso la precarietà e abolire il subappalto a cascata”.

Sciopero se non ci ascoltano

Dopo la lettera indirizzata alla presidente del consiglio Meloni per essere ascoltati, nessuna risposta. “Se pero ci incontrerà a cose fatte – concluse Landini - per raccontarci una manovra già scritta, proporremo a Cisl e Uil di valutare tutte le iniziative di contrasto. Compreso lo sciopero”.