“L'interpretazione della Commissione che non sarebbe uno sciopero generale non sta né in cielo né in terra: è un’interpretazione che non ha riscontri nelle norme”. Il segretario generale Cgil Maurizio Landini non condivide la decisione sullo sciopero del 17 novembre: “Siamo rispettosi delle leggi, ma quello proclamato è uno sciopero generale. E troviamo singolare che se a proclamarlo è un sindacato autonomo, come più volte successo, nessuno apre becco, ma se lo facciamo noi entra in una dinamica politica”.

Il diritto di sciopero

Il leader sindacale, in un’intervista apparsa oggi (martedì 14 novembre) sul Corriere della sera, replica a Salvini che si era scagliato contro la Cgil. “L'attacco al diritto di sciopero è un tentativo esplicito di spostare l’attenzione rispetto al malcontento che aumenta”, spiega: “II governo non sta attuando nessuna delle sue promesse, dalla cancellazione della Fornero alla lotta all'evasione, mentre i salari diminuiscono e i giovani vanno a cercare lavoro all'estero. È sotto gli occhi di tutti che sono peggiorate le condizioni di vita e l'Istat conferma che più del 60% delle famiglie è in difficoltà ad arrivare a fine mese”.

Landini risponde anche alle accuse del segretario leghista di proclamare gli scioperi di lunedì o venerdì per avere il week-end lungo. “L'accusa viene da persone che non hanno mai lavorato e che dovrebbero avere rispetto per chi sciopera e ci rimette una giornata di salario”, afferma: “Fanno tanto gli amici degli Usa e poi non si accorgono che Biden è andato davanti alle fabbriche a sostenere i metalmeccanici in sciopero”.

Sempre su questo tema, il segretario generale Cgil commenta anche l’eventuale precettazione che Salvini potrebbe emanare nella sua veste di ministro delle Infrastrutture: “Mi auguro che non si superi il limite. Altrimenti saremmo di fronte alla prova che si apre un attacco al diritto di sciopero e non staremo a guardare”.

La finanziaria 2023

“Una manovra tutta una tantum e bonus, con l'indebitamento che non cala e previsioni sul 2023 e 2024 fasulle”, dice Landini: “II Paese ha bisogno che si facciano investimenti in sanità e scuola, per creare buona occupazione, prendendo i soldi da evasione, rendite e profitti. Invece questa è una manovra elettorale”. Per Landini sostenere che “i salari aumenteranno di 100 euro è propaganda, perché il taglio del cuneo c'era già. E i condoni, il concordato preventivo, non sono una mossa elettorale?”.

La riforma istituzionale

“Dobbiamo unire, non dividere il Paese, come si vuol fare con l'autonomia differenziata”, conclude Landini commentando il disegno di legge presentato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli: “E poi non dobbiamo cancellare il Parlamento e ridurre a notaio il ruolo del presidente della Repubblica”.