Otto ore di sciopero, manifestazioni in 58 città – ma il dato è in crescita – oltre 100 presìdi in tutto il paese. Sono i numeri della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil e che inizierà il 17 novembre. Ne hanno spiegato il senso – quello di una legge Finanziaria completamente sbagliata – i segretari generali delle due organizzazioni, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, in una conferenza stampa che si è svolta nella sede della Uil.

Cgil e Uil lanciano la mobilitazione
Cgil e Uil lanciano la mobilitazione

Il salario non aumenta

Lavoro, fisco e previdenza: questi, nelle parole di Bombardieri, i temi centrali – ma non gli unici – della mobilitazione. “La legge di bilancio – ha attaccato – non dà alcuna risposta sui temi da noi posti”. A partire dal lavoro e dalla questione salariale, su cui, ha sottolineato, sono state anche dette delle bugie: “È bene rimarcare che la busta paga di gennaio non sarà affatto più alta”. Male anche sul fisco (“siamo contrari alla flat tax e ai condoni” e non si fa nulla contro l’evasione), così come “sulla salute e sicurezza sul lavoro: non c’è alcun intervento su questo tema”.

Bombardieri ha anche sottolineato un’altra mezza bugia, quella sulla sanità: inutile parlare di cifre assolute, quello che conta sono “gli investimenti rispetto al Pil che invece diminuiscono”.

Pensioni: uno scempio

Infine, il leader della Uil ha poi insistito sulla previdenza, sottolineando come “‘Ape sociale sia stata fortemente peggiorata, così come Opzione donna”. In questo caso, ha detto, si tratta di di una “vergogna”, che renderà sempre più difficile per le donne lasciare il lavoro, così come il fatto che le nuove regole manderanno i giovani in pensione sempre più tardi”.

Il governo ha aumentato la precarietà

“Questa mobilitazione non è solo per cambiare la legge di bilancio, ma per una nuova idea di sviluppo, per un paese che metta al centro il lavoro di qualità e il suo futuro”, così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha spiegato come le scelte del governo vanno in direzione opposta. A cominciare dal fatto che l’esecutivo, ha scandito, “ha aumentato la precarietà che colpisce soprattutto giovani e donne. I bassi salari derivano anche da questo” e invece di intervenire, cosa si è fatto?. “Si sono reintrodotti i voucher e liberalizzato i contratti a termine”.

E i giovani se ne vanno

Mancanze che hanno le ricadute più pesanti sui giovani: “Ogni anno 120 mila di loro vanno a lavorare all'estero e spesso non tornano, perché vengono pagati meglio e hanno più soddisfazione”. Si tratta di un problema serio perché in una fase di cambiamento tecnologico e di paradigma come quello che stiamo affrontando, “sprechiamo le energie migliori”.

Insomma: questo Paese “investe poco sull’innovazione e sulla ricerca e noi scioperiamo anche per questo: non solo per rivendicare diritti e tutele, ma anche perché chiediamo un nuovo modello di sviluppo”.

Fisco per i più ricchi

Scendendo poi nel dettaglio della Finanziaria, il leader della Cgil ha ricordato tutta la contrarietà dei sindacati alla legge delega sul fisco, che non interviene sui 110 miliardi di evasione fiscale e su un sistema in cui “l’Irpef la pagano lavoratori e pensionati, mentre chi ha gli stessi redditi paga tasse diversa a seconda che questi provengano da lavoro e pensioni o da rendite e finanza”.

Landini ha poi ribadito lo “scandalo” dell’intervento sugli extraprofitti: “Non hanno applicato neanche quello che aveva provato a fare il governo Draghi e hanno fatto finta di tassarli, mentre in realtà le banche potranno non pagare neanche euro e usare quei profitti per ricapitalizzarsi”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: “I profitti aumentano e salari e pensioni diminuiscono, mentre sui continua a fare cassa sui più poveri”.

Il governo non ascolta

Su tutti questi temi il sindacato ha fatto proposte ma, ha aggiunto il sindacalista, “il governo non si confronta e discute. I tavoli sono stati finti e con una grande quantità di soggetti che non si capisce chi rappresentano”. Il tema è dunque anche quello della democrazia e della rappresentanza, perché per Landini “non è che se uno vince le elezioni poi può fare tutto da solo”.

Poi il segretario generale della Cgil ha rimarcato la totale mancanza di politiche industriali (“mentre le casse integrazioni stanno ripartendo”) e privatizzazioni come quella della Tim “che producono spezzatini e regalano a soggetti esterni infrastrutture fondamentali come la rete”.

Infine, ma non in ordine di importanza, la questione fondamentale del rinnovo dei contratti, “tutti, pubblici e privati. Per i primi, a fronte di un’inflazione tra il 17 e il 18% quando va bene gli aumenti previsti arrivano al 5%. Se fosse così – ha attaccato – saremmo in presenza di una riduzione programmata dei salari”.

Siamo con la maggioranza del Paese

Rispondendo a margine alle domande dei giornalisti, Landini ha sintetizzato così il senso della mobilitazione: “"La maggioranza del Paese non è d'accordo con le politiche che il governo porta avanti, noi difendiamo la prospettiva della maggioranza, è una domanda che ci arriva dai luoghi di lavoro e dai precari che non arrivano a fine mese”.

Ci sono “quattro milioni di cittadini che non riescono più a curarsi, intanto si continua a tagliare sulla sanità”, insomma, “noi andiamo in piazza non contro qualcuno difendere i diritti di tutti".

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