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I lavoratori della sanità privata sono in rivolta contro il mancato rinnovo contrattuale. Per loro l’unica “vacanza” è quella del contratto nazionale, che dura da 14 anni. I veri assenti sono i datori di lavoro: e con la loro assenza, mancano le responsabilità, il rispetto dei diritti e della dignità di chi muove e fa rendere operative e remunerative le loro strutture. Prestando servizio pubblico a milioni di cittadini. Quel che non è mai mancata, invece, nell’ordinario come nell’emergenza, è la dedizione e la professionalità di ogni operatore sanitario. Lunedì 24 agosto sono previsti presidi in tutta Italia. A Roma la protesta va in onda dalle 9 alle 13 davanti alla prefettura.
I lavoratori e lavoratrici sono oltre 100 mila in tutta Italia, nel Lazio circa 25 mila. E proprio i sindacati laziali intervengono: “Una preintesa siglata più di due mesi fa e rinnegata al momento della sottoscrizione definitiva. Abbiamo parlato di vergogna, di fuga dalle responsabilità, di gioco al rialzo, con risorse pubbliche, sulla pelle di migliaia di persone. Che hanno vissuto oggettive difficoltà durante l’epidemia Covid, come ogni operatore sanitario, pagando ancora di più dei colleghi del pubblico i rischi della non completa attuazione delle misure di sicurezza, le minacce di licenziamento, la collocazione in Fis, la riduzione o annullamento dei premi di risultato. In primis manca il contratto: quel rinnovo che deve segnare il primo passo per il riequilibrio di diritti e tutele. Dai permessi alla gestione dei tempi di lavoro, dal diritto alle ferie alla formazione obbligatoria”. Lo dichiarano Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio.
“Non siamo stanchi di lottare - avvertono le sigle -, e non lo sono le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata. In piena estate, si è riaccesa la protesta per l’ignobile dietrofront sul rinnovo del contratto nazionale da parte di Aris e Aiop, le associazioni che rappresentano la stragrande maggioranza delle strutture sanitarie private, laiche e religiose, che operano in accreditamento col sistema pubblico. Più soldi per le prestazioni, nessun progresso salariale – piuttosto tentativi di sottrazione di quel che prevede anche il contratto vigente – per chi le rende possibili".
Rinforzare le regole e il ruolo del pubblico in sanità, recuperare spazi finora lasciati al privato è il fondamentale cambiamento del quadro e del contesto. "Passi avanti fatti con le istituzioni resi inapplicabili dalle resistenze di “prenditori”, come sono stati definiti da Cgil Cisl e Uil, oltre la vergogna”, aggiungono Cenciarelli, Chierchia e Bernardini. Ricordando la manifestazione del 24 a Roma, le sigle aggiungono: "Non è più questione di “tempo scaduto”. È questione di dignità e giustizia. Giorno dopo giorno continueremo a mobilitarci, protestare, richiamare alle responsabilità i datori di lavoro e confrontarci con le istituzioni in ogni modo possibile per fermare questa ignobile vergogna. Lo sciopero nazionale, che sarebbe un altro, enorme sacrificio per i lavoratori, sarà inevitabile se la sigla definitiva del contratto continuerà a mancare".
A ricordare i motivi della protesta intervengono poi Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl nazionali. Contro la scelta dei datori di lavoro, ricordano in una nota, i sindacati sono scesi in piazza a Roma lo scorso 5 agosto in piazza Montecitorio, Ora la protesta continua in tutti i territori. La decisione di non ratificare la preintesa, affermano, “è una vera e propria vergogna, inflitta sulla pelle di tutte le professioniste e i professionisti della sanità privata, definiti eroi quando si tratta di fare profitto e poi negati di ogni diritto. Un comportamento inqualificabile e irresponsabile, intensificheremo la lotta: a partire dal 24 agosto, passando per il 31 e fino allo sciopero nazionale”.
“Basta padroni predoni coi soldi pubblici”, queste le parole scelte per una mobilitazione che chiama in causa anche Governo e Regioni, ai quali i sindacati chiedono “un presa di posizione a sostegno delle lotte e dei diritti dei lavoratori e contro questi soggetti che non meritano di lavorare con soldi pubblici”. Appuntamento, quindi, lunedì davanti alle prefetture di tutto il Paese (e.d.n.).