Nell'assemblea in programma mercoledì 11 settembre i lavoratori della Jabil di Marcianise decideranno insieme ai sindacati le iniziative da intraprendere. Certo è che i risultati attesi nella due giorni di confronto della scorsa settimana in Confindustria Caserta non sono arrivati e i 350 licenziamenti su 700 adetti dello stabilimento campano, ultimo presidio italiano delle multinazionale Usa, restano sul tavolo.

“La ripresa del confronto sospeso venerdì in tarda serata – scrive in una nota la Fiom Cgil – non ha prodotto l'auspicato accordo fra le parti. Le organizzazioni sindacali hanno ribadito, al fine di scongiurare il drammatico impatto sociale, la necessità del ritiro della procedura dei licenziamenti e l’utilizzo di ulteriori sei mesi di cigs che devono essere autorizzati dal ministero del Lavoro, prevedendo nel frattempo un esodo volontario ed incentivato insieme ad un processo di reindustrializzazione qualificante per i lavoratori da affrontare in un specifico incontro al Mise”.

L’azienda invece sostiene che gli esuberi denunciati nell’avvio della procedura di licenziamento collettivo, fermo restando la concessione della proroga in deroga della cigs da parte del Ministero al Lavoro, possono trovare una concreta possibilità di gestione solo attraverso un programma di reimpiego forzato o ad un esodo volontario. Questa impostazione è stata respinta dal sindacato. L'assemblea di mercoledì servirà a valutare, insieme ai lavoratori, le risposte da mettere in campo.