PHOTO
“Si accertino le responsabilità, si guardi alla progettazione, al ruolo della stazione appaltante ma non si parli di incidente o di una cosa prevedibile, che poteva succedere. Si parli invece di un eroe contemporaneo, Octav Stroici, vittima del dovere. Un altro operaio edile morto di lavoro in un cantiere pubblico, mentre contribuiva alla tutela dello straordinario patrimonio artistico del nostro Paese”. Così Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea Cgil, commenta la tragedia avvenuta nel cantiere della Torre dei Conti, nel centro di Roma, dove due crolli a distanza di poco più di un’ora hanno provocato la morte dell'operaio rimasto intrappolato sotto le macerie per undici ore.
 
 Ancora Di Franco: “Il governo ci ascolti e riconosca i morti sul lavoro come vittime del dovere, integrando l’articolo 18 della legge 68 del 1999. Sarebbe un gesto concreto di rispetto e riconoscimento, soprattutto per quelli che rimangono”. Il segretario degli edili sottolinea inoltre che “la responsabilità delle azioni imporrebbe oggi la necessità di riconoscere il gratuito patrocinio a tutti i familiari e di istituire una Procura nazionale che si occupi dei reati in materia di salute e sicurezza. Per salvare altre vite è necessario capire cosa è successo realmente in questa ennesima strage”.
“Servono le migliori competenze e professionalità ma soprattutto tempi certi”, prosegue Di Franco. “L’ordinamento giudiziario dovrebbe dare una risposta immediata, capace di imporre comportamenti omogenei e prescrittivi per salvaguardare tutti coloro che ancora oggi operano nelle stesse condizioni. Così si salverebbero vite e si rafforzerebbe il legame fra la politica e il Paese reale, irrobustendo la fiducia e la partecipazione democratica. Di tutto questo non parla la riforma della Giustizia. I familiari delle vittime sono costretti ad aspettare almeno tre anni prima che inizino i processi e non hanno la possibilità di ottenere un risarcimento del danno provvisionale”.
“Intervenire e riformare la giustizia in questa direzione rappresenta la vera priorità”, conclude il segretario generale della Fillea. “Destinare le risorse del bilancio dello Stato a questi temi dimostrerebbe la volontà di agire oltre la retorica dei numeri e il semplice cordoglio. Destinare miliardi per sanare le cartelle esattoriali di cronici evasori è immorale a fronte di oltre mille vittime del lavoro e decine di migliaia di familiari che aspettano giustizia e a cui spesso è negato un futuro”.






















