Diventano cinque i giorni di sciopero dei 115 lavoratori e lavoratrici della Hydro Extrusions di Feltre (Belluno), azienda norvegese nel settore dell’alluminio a basse emissioni di carbonio e delle energie rinnovabili, che la settimana scorsa ha annunciato la chiusura dello stabilimento.

Lo stop a oltranza, che segue le prime due giornate di sciopero del 27 e 28 novembre, continuerà da oggi (lunedì 1° dicembre) fino a mercoledì 3 dicembre, data nella quale si terrà un incontro tra Hydro e sindacati presso la sede territoriale di Confindustria, con picchetto dall’alba a notte fonda fuori dai cancelli dell’azienda per bloccare qualsiasi tipo di carico in uscita e in entrata.

Mercoledì 3 dicembre si terranno due presìdi: uno fuori dai cancelli della fabbrica, l’altro sotto la sede di Confindustria. Mercoledì mattina, inoltre, arriverà da Ornago (Monza) una delegazione di lavoratori e lavoratrici provenienti dal sito lombardo della Hydro, per esprimere solidarietà ai loro colleghi veneti.

La decisione del gruppo

Il Consiglio di amministrazione della multinazionale ha infatti deliberato di avviare un processo di consolidamento delle attività europee di estrusione, proponendo la dismissione degli impianti produttivi di Feltre, Cheltenham e Bedwas (Regno Unito), Lüdenscheid (Germania) e Drunen (Paesi Bassi), per complessivi 730 licenziamenti (su un totale di circa 7 mila dipendenti).

Nel 2024 la società ha fatturato oltre 17 miliardi di euro, il costo della “ristrutturazione” è valutato intorno ai 160 milioni. “La decisione – ha spiegato il gruppo in una nota ufficiale – è frutto di un’analisi approfondita delle performance e dell’attuale contesto di mercato, con l’obiettivo di garantire la sostenibilità e rafforzare la competitività a lungo termine del business europeo dell’estrusione”.

Per quanto concerne il sito veneto, Hydro ha precisato di “essere consapevole della rilevanza di questa proposta per le persone e per il territorio”, e che “attiverà le procedure di legge e aprirà un confronto strutturato con le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dei lavoratori e le istituzioni competenti”.

Fiom Belluno: “Lavoratori e territorio meritano rispetto”

“La determinazione e l’impegno, che vanno oltre lo sgomento e la rabbia, di questi lavoratori e di queste lavoratrici sono encomiabili”, dice il segretario generale Fiom Belluno Stefano Bona: “Nonostante le giornate e le nottate di gelo, hanno deciso di portare avanti la loro protesta in maniera continuativa, impegnando ogni fibra del loro essere per la tutela dei posti di lavoro contro la logica distruttiva dell’azienda”.

Per Bona sono intollerabili “sia la modalità con cui è stata comunicata la chiusura sia i ragionamenti speculativi che hanno portato a questa decisione. I lavoratori e le lavoratrici meritano rispetto, il territorio feltrino merita rispetto, ma non ve n’è traccia in questo progetto aziendale”.

L’esponente sindacale sottolinea “il totale disinteresse del Consiglio di amministrazione della multinazionale nei confronti di questa realtà produttiva che da anni è l’azienda più importante del territorio. Centinaia di abitanti di Feltre hanno lavorato in questo stabilimento e decine di loro, insieme con la sindaca, gli assessori e i consiglieri, stanno sostenendo in queste ore la battaglia dei dipendenti”.

Il segretario generale Fiom Belluno Stefano Bona così conclude: “La battaglia dei dipendenti della Hydro non è soltanto per il posto di lavoro, ma anche per la difesa di un territorio e di un’identità che non può essere cancellata dall’oggi al domani senza alcuna conseguenza”.