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“Con l'annunciata istituzione della figura dell'assistente materna il governo prosegue nel tentativo di sopperire alle drammatiche carenze di personale sanitario con l'invenzione di nuove figure caratterizzate da un minore livello di formazione e, quindi, da un minore costo. Il tema della denatalità in Italia ha bisogno di soluzioni concrete e non propagandistiche”. Lo scrive in una nota Fp Cgil.
“In Italia esistono già due figure atte all’assistenza del neonato e supporto ai genitori. La prima è l’ostetrica che per profilo professionale assiste e consiglia la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio. La seconda è una figura definita in esaurimento che è quella della puericultrice, che assiste i neonati sani. Invece di creare figure nuove – si legge nella nota - il governo dovrebbe valorizzare quelle già esistenti e soprattutto integrare gli organici nelle corsie e sul territorio. Si faccia qualcosa per i consultori ad esempio, sempre più depotenziati, e si istituisca la figura dell’ostetrica di comunità. Quest’anno i posti messi a disposizione per il corso di laurea di ostetricia sono stati 1.097 a fronte di 6.354 domande e una carenza stimata in Italia di circa 8.300 unità. È necessario invertire la tendenza, tornare a dare centralità al personale e alla valorizzazione delle tante competenze procedendo rapidamente alla stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari. Senza una ridefinizione dei fabbisogni di personale, con conseguente e definitivo superamento dei tetti di spesa, sarà complicato dare una risposta ai cittadini che continueranno a vedere un impoverimento del servizio pubblico. Per questo la Fp Cgil ha chiesto al governo un piano straordinario di assunzioni stabili nella Pubblica amministrazione”.
“E perché nel 2023 – scrive ancora - dovremmo ancora parlare di un’assistenza alla mamma e non ai genitori? Anche da queste manovre dovrebbe passare la volontà politica di giungere finalmente ad una parità di genere. Sostenere la parità di genere in termini di diritti e doveri sui figli vuol dire anche ridurre il gap esistente sui posti di lavoro ed eviterebbe alla donna di esser messa di fronte alla scelta: carriera-figli. La Fp Cgil, insieme ai professionisti sanitari, si rende disponibile a trovare soluzioni condivise che siano realmente efficaci”, conclude.