"L'attenzione sugli autisti di mezzi pesanti emerge solo quando sono protagonisti di episodi estremamente negativi o altamente positivi". A denunciarlo Michele De Rose della Filt Cgil nazionale, a seguito di due episodi come l'incidente sull'A1 con il conseguente tamponamento di un’ambulanza e la morte di tre persone a bordo della stessa e la tragedia sfiorata sull'E45 grazie all'intervento di un camionista che ha fermato il proprio mezzo, bloccando un auto contromano.

"Questo clamore mediatico - spiega il dirigente nazionale della Filt Cgil - mette in secondo piano il lavoro quotidiano dei conducenti di mezzi pesanti che è quello di macinare chilometri e chilometri di strade e autostrade, di fare code infinite, causate da una rete viaria inadeguata, di attese bibliche per caricare e scaricare i prodotti trasportati, di soste in aree non attrezzate per consumare un frugale pasto o riposare dopo le fatiche quotidiane. È questo impegno che consente al nostro Paese, che ancora oggi vede muoversi l’87% delle merci su gomma, di non fermarsi".

"Come sindacato - prosegue De Rose - ogni giorno proviamo a dare delle risposte a questa categoria, anche in considerazione della carenza di operatori che affligge il settore. Nell’ultimo rinnovo contrattuale forse non tutti hanno compreso che ha riconquistato la sua centralità la figura dell'autista di mezzi pesanti, con una serie di interventi economici e normativi.

D’altro canto ora riteniamo doveroso un intervento sul lato previdenziale, riconoscendo a questi lavoratori l’inserimento della loro professione tra quelle usuranti per permetterne un’uscita anticipata dal mondo del lavoro e continuiamo fortemente a credere che sia fondamentale un indirizzo scolastico dedicato a questa professione".

“Come Filt Cgil, unitariamente a Fit Cisl e Uiltrasporti, pensiamo - afferma infine De Rose - che, insieme alle associazioni che rappresentano le imprese del settore, sia arrivato il momento di aprire una vertenza su questi temi che coinvolga chi governa questo Paese. Senza un intervento immediato, i riflettori su questo settore, dove oggi mancano oltre 20 mila addetti, si accenderanno solo davanti a tragedie o atti di eroismo e tutto questo non giova a nessuno”.