Siglata nella notte del 29 marzo scorso l'intesa tra Tim e Slc Cgil, Fistel Cisl e Ugl Telecomunicazioni sull’adozione dei contratti di solidarietà fino al 30 giugno 2025. Obiettivo dell’accordo è quello di gestire 3.560 esuberi (in termini di full-time equivalent). L’intesa è ora al vaglio delle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione.

Il giudizio dei sindacati

“Nell’ottica di salvaguardare l’occupazione – si legge nel testo concordato tra sindacati e azienda – le organizzazioni firmatarie dell’intesa, tenendo conto della crisi del settore che continua a bruciare valore, stipulano il presente accordo confermando il giudizio negativo sulla riorganizzazione del gruppo Tim rappresentato anche in sede istituzionale, mantenendo un giudizio fortemente negativo sul superamento dell’integrazione verticale del gruppo”.

I contenuti dell’accordo

Le parti concordano sulla gestione di 3.560 lavoratori eccedenti mediante il ricorso al contratto di solidarietà “al fine di evitare, in tutto o in parte, la riduzione o la dichiarazione di esubero del personale, anche tramite un suo più razionale impiego”. La misura decorrerà dal giorno successivo alla data di ratifica dell’accordo in sede ministeriale (la convocazione è stata fissata per venerdì 12 aprile) e avrà termine il 30 giugno 2025.

La quota media di riduzione settimanale dell’orario di lavoro individuale è pari all’11,4%. Per 8.500 dipendenti sarà applicato il 5% di riduzione dell’orario, per altri 23.300 (cui si aggiungono i dipendenti di Noovle, Olivetti, Telecontact e Sparkle) il 13,8%. L’articolazione della riduzione degli orari per tutti i lavoratori è di tipo “verticale” su base e cadenza mensile, quindi avrà luogo su giornate intere di sospensione dell’attività lavorativa.

L'intesa si avvarrà del fondo di solidarietà di settore e, in caso di incapienza, Tim s’impegna a versare fino all'80% per le giornate di solidarietà. La compagnia di telecomunicazioni, con l'accordo, s’impegna inoltre a non effettuare azioni unilaterali sull'intero perimetro occupazionale, compresi i call center, al netto della rete, per il periodo di vigenza della solidarietà.