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Una nuova tragedia sul lavoro si è consumata nella mattinata di lunedì 4 agosto, nella frazione Veternigo, a Santa Maria di Sala (Venezia). Due operai, di 23 e 30 anni, hanno perso la vita durante un intervento di pulizia all’interno di una fossa biologica situata in via Desnam. Entrambi sono stati ritrovati privi di vita sul fondo della vasca, utilizzata per la raccolta di residui organici.
L’allarme è scattato attorno alle 10: sul posto sono intervenuti tempestivamente i sanitari del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e gli ispettori dello Spisal, il servizio per la sicurezza sui luoghi di lavoro. I soccorritori del Suem hanno tentato invano di rianimare i due lavoratori, ma per loro non c’era più nulla da fare. I vigili del fuoco hanno impiegato quasi un’ora per recuperare i corpi.
Secondo le prime ipotesi, non ancora confermate, le vittime potrebbero essere state sopraffatte dai gas tossici presenti nella vasca. Saranno ora i carabinieri, insieme ai tecnici dello Spisal, a ricostruire la dinamica dell’incidente e a verificare se le operazioni di sicurezza previste siano state rispettate dalla ditta incaricata dei lavori.
"Continua lo stillicidio di morti sul lavoro nella nostra regione, tra le peggiori d'Italia per quanto riguarda gli infortuni, come certificano i dati dei primi 5 mesi del 2025 (38 infortuni mortali a fronte dei 19 dello stesso periodo 2024). In Veneto, purtroppo, si continua a morire sul posto di lavoro e, al netto delle dovute parole di cordoglio, da parte del presidente Zaia non arriva una sola parola che accenni ad investimenti sui controlli in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. Così in un comunicato Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto, e Silvana Fanelli, della segreteria regionale.
Per ls sindacalisite “deve investire la Regione, per quanto riguarda gli organici degli enti adibiti ai controlli e alla prevenzione, e devono investire le imprese, sia dal punto di vista tecnologico che, per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro. La salute e la sicurezza di chi lavora per vivere non devono essere considerate un costo o una voce del bilancio da poter tagliare. Il cordoglio, doveroso per le famiglie che perdono un proprio caro, se non è seguito dai fatti resta solo un'espressione di circostanza”.
Per questo, continua la nota, “da tempo chiediamo interventi, come campagne di formazione ed informazione straordinarie su quei temi che più di altri si dimostrano rischiosi come le cadute dall’alto, lo schiacciamento e appunto ‘gli spazi confinati’. In particolare, gli infortuni in spazi confinati, come quello accaduto oggi, sono una delle principali cause di infortuni plurimi. Attraverso strumenti come ‘i piani mirati di prevenzione’ la Regione ha il dovere di intervenire con urgenza”.
Il dramma si inserisce in un quadro preoccupante per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Nel 2024, secondo i dati Inail, le denunce di infortunio hanno superato quota 593.000, in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. A trainare la crescita sono soprattutto gli incidenti che coinvolgono studenti: 78.000 le denunce (+10,5%), di cui 2.100 relative ai Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto).
A livello europeo, l’Italia presenta un tasso di infortuni mortali pari a 0,87 ogni 100.000 occupati, inferiore alla media UE (1,26) e ai valori di Francia (3,35) e Spagna (1,53), ma ancora più alto rispetto alla Germania, che registra un indice di 0,61 (dati Eurostat 2022).