Da ben 12 anni aspettano il rinnovo del contratto. Sono gli oltre 150 mila lavoratori della sanità privata: infermieri, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, amministrativi, tecnici. Le trattative con Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) sono aperte dal luglio 2017, ma si va avanti con grande lentezza, con i datori di lavoro sordi alle richieste sindacali, in particolare sulla parte economica. Riprende così la mobilitazione di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: lunedì 28 gennaio si ferma l’Emilia Romagna (con presìdi, a partire dalle ore 10, a Modena, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Ferrara, Forlì, alla sede provinciale Aiop di Ravenna e alla sede regionale Aiop di Bologna), mentre giovedì 30 è il turno della Lombardia, con una manifestazione a Milano davanti al palazzo della Regione.

“Un settore fondamentale per il welfare e l’economia della nostra regione”, spiegano i sindacati dell’Emilia Romagna: “Coinvolge oltre 7.500 occupati, gestisce il 25 per cento dei posti letto pubblici e genera oltre 730 milioni di euro di valore complessivo della produzione”. Il contratto nazionale di lavoro è scaduto nel 2007, e da allora “i dipendenti non hanno avuto nessun aumento economico e nessun riconoscimento professionale, malgrado sia evidente come queste aziende garantiscano prestazioni ‘pubbliche’ ai cittadini attraverso il fondamentale lavoro di un personale sempre più qualificato. Tutto ciò nonostante il ‘mercato della salute’ sia significativamente garantito dall’accreditamento”.

Le aziende, pur avendo in questi anni macinato utili, dal 2007 negano il rinnovo contrattuale ai loro dipendenti. “Le organizzazioni datoriali vorrebbero infatti prima avere aumenti sulle tariffe dell’accreditamento per poi riconoscere aumenti ai lavoratori”, riprendono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Questo non è accettabile, soprattutto oggi che si sono sbloccati i contratti di settore, soprattutto dopo 12 anni di blocco assoluto degli stipendi, soprattutto perché gli utili generati a oggi, dove non si evidenzia alcuna crisi del settore, sono il frutto del lavoro di quel personale che non ha minimamente vista riconosciuta la propria professionalità”.

I sindacati rilevano che “siamo di fronte a un impoverimento degli stipendi, che non solo va fermato, ma gli stipendi devono recuperare il potere d’acquisto, senza contare il danno di natura previdenziale sulle future pensioni”. Per Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl dell’Emilia Romagna è evidente “che le cose non possono andare avanti ancora a lungo così. Nelle aziende sanitarie private c’è molta collera che potrebbe esplodere se non troverà il giusto riconoscimento, superando l’ostruzionismo che soprattutto i grandi gruppi esercitano in sede di trattativa”.

Giovedì 30 a fermarsi saranno i dipendenti delle 670 strutture sanitarie private della Lombardia, che si ritroveranno a Milano per una manifestazione regionale. Il presidio è anticipato da una conferenza stampa, prevista per lunedì 28 nel capoluogo lombardo, nella quale i sindacati esporranno i motivi della protesta: l’appuntamento è alle ore 12 presso la sede della Cisl Fp regionale (viale Lunigiana 42). “Chiediamo ai cittadini di supportare la nostra vertenza, così come chiediamo sostegno da parte dei diversi livelli istituzionali, perché è veramente incredibile che il contratto dei lavoratori della sanità privata sia ostaggio delle rivendicazioni delle imprese nei confronti delle Regioni”, commenta Gianfranco Codarri della Fp Cgil Monza e Brianza. Nella provincia monzese i lavoratori del settore sono circa mille e percepiscono stipendi medi di 1.100 euro per un operatore di supporto o di 1.400 euro per un infermiere. “Il ritardo è ormai insopportabile”, conclude l’esponente sindacale: “Le nostre controparti tengono sospesa la trattativa perché pretendono di scaricare sulle Regioni il costo del rinnovo contrattuale”.

Da segnalare, infine, il notevole passo in avanti fatto nella Regione Lazio. Venerdì 11 gennaio scorso, infatti, il Consiglio regionale ha sia recepito alcuni emendamenti nella legge di stabilità regionale tesi a introdurre maggiori regole nel sistema dell'accreditamento e più trasparenza nella gestione delle risorse, sia approvato un ordine del giorno per intraprendere tutte le azioni necessarie al rinnovo del contratto nazionale. “Prosegue il percorso istituzionale che impegna la Regione Lazio sui punti indicati nella petizione rivolta al presidente Zingaretti, su cui abbiamo raccolto le firme di oltre 10 mila lavoratrici e lavoratori”, spiegano i segretari generali Fp Cgil (Natale Di Cola), Cisl Fp (Roberto Chierchia) e Uil Fpl (Sandro Bernardini): “L’ordine del giorno dà una chiara indicazione politica sia a sostenere la prosecuzione delle trattative sul rinnovo del contratto, sia a procedere a una rivisitazione delle regole sulla gestione economica e finanziaria delle strutture”.

Di Cola, Chierchia e Bernardini ricordano che denunciano da anni “come, dietro a presunte crisi aziendali, le proprietà delle strutture mascherano spesso azioni unilaterali che penalizzano i lavoratori su diritti, tutele e condizioni di lavoro, mettendo a rischio gli stessi i livelli occupazionali”. In conclusione, i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl affermano di essere “rimasti perplessi di fronte all'astensione dei consiglieri del gruppo Movimento 5 stelle su un tema che riguarda da vicino il livello dei servizi alla salute dei cittadini di Roma, città da loro stessi amministrata, e di tutto il Lazio”.