“Che cosa sei venuta a fare oggi, non potevi restare a casa a cucinare?”. La denuncia arriva dalla Cgil che riporta in un comunicato “quest’affermazione maschilista e sessista” con cui “un consulente di parte datoriale si è rivolto a una rappresentante della Cgil a un tavolo di Commissione dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Bari”. Per il sindacato è inaccettabile che in sedi istituzionali vi sia spazio per “forme di discriminazione di genere e ricorsi a odiosi e patriarcali stereotipi”. “Lo denunciamo con forza – scrive in una nota la segretaria regionale della Cgil, Filomena Principale – e valuteremo tutte le azioni ufficiali da intraprendere”.

Sul tavolo della Commissione questa mattina, 7 ottobre, c’era il caso di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo di un lavoratore, e come parte sindacale era di turno in quella sede Maria Franca Deleonardis, con una lunga esperienza all’Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro di Bari e componente di segreteria della Fillea.

“In quella sede – spiega la dirigente Cgil – l’azienda rappresentata da un proprio consulente affermava di aver già raggiunto un accordo con il lavoratore, e che erano lì per ratificarlo. Nel verbale redatto si offrivano 500 euro di incentivo all’esodo e si scriveva nero su bianco che quella somma era una sorta di pietra tombale su tutto il pregresso: eventuali differenze retributive, straordinari e ferie non riconosciute, oltre che accettazione del licenziamento stesso, per un rapporto della durata di 25 anni. La nostra organizzazione non può mai ratificare un accordo del genere, ma pur avendo spiegato al lavoratore la palese incongruità che ravvisavamo, lo stesso riaffermava la volontà di sottoscrizione”.

È stato allora che Deleonardis ha richiesto che venisse messa a verbale la propria posizione, cioè di dissenso rispetto a quella proposta. “Come Cgil non possiamo accettare accordi di questa natura. Di fronte alle obiezioni del consulente della controparte datoriale sulla possibilità di una postilla al verbale, abbiamo interpellato un dirigente dell’Ispettorato che ha in quella sede ribadito come la parte sindacale può affermare quel che ritiene per lei opportuno, riportando tale posizione in verbale”.

È stato allora che il consulente ha pensato bene di rivolgersi alla rappresentante della Cgil con quell’affermazione. “Ho risposto che si trattava di cafonaggine e maleducazione esercitata in un luogo istituzionale e ho abbandonato la riunione di commissione. Non accetto che si manchi di rispetto al ruolo che noi donne da tempo rivestiamo nella società, nel mondo del lavoro come quello della rappresentanza sindacale”.

Principale, Cgil Puglia: “Una mai superata e diffusa culturale patriarcale sembra riemergere con forza in ogni ambito della società”

“Agiremo perché sia tutelata in quella sede la dignità della rappresentanza sindacale ma soprattutto di ogni donna – conclude Filomena Principale –. Una mai superata e diffusa culturale patriarcale sembra riemergere con forza in ogni ambito della società. C’è ancora qualcuno che pensa davvero si possa relegare la donna a figura di angelo del focolare. Ahimé attraversiamo una stagione politica e sociale in cui una destra retrograda e oscurantista porta avanti idee di questo tipo, attaccando ogni giorno diritti e libertà delle donne e proponendone un’immagine oltremodo stereotipata. A tutto questo ci opponiamo e ci opporremo sempre. A Maria Franca Deleonardis va la solidarietà e la vicinanza di tutta la Cgil Puglia”.