La multinazionale svizzera Hoppe, produttrice di maniglie, ha annunciato 120 licenziamenti tra i dipendenti dei suoi stabilimenti in Trentino Alto-Adige. Saranno coinvolti negli esuberi i lavoratori delle sedi della Val Venosta, a Lana, Sluderno e Lasa, località della provincia di Bolzano.

Le motivazioni dell’azienda

“La società ci ha chiamato il 13 ottobre scorso per dirci che hanno avuto un calo del 30 per cento nella produzione che avrebbe comportato un esubero di 120 lavoratori”. Cinzia Turello, segretaria generale Fiom-Mav Bolzano, spiega che queste persone erano state assunte durante la pandemia, quando la produzione, in concomitanza con la richiesta del mercato, era aumentata.

La crisi aziendale che ha portato ai licenziamenti, però, è iniziata qualche mese fa. “L’azienda aveva prima messo i lavoratori in cassa integrazione, in attesa di settembre e di una possibile ripresa del mercato che però non si è verificata”, prosegue Turello: “Le maggiori commissioni per la Hoppe arrivano dai mercati tedesco, cinese e austriaco, che stanno attraversando un crollo del settore edile”.

L’intervento dei sindacati

“Abbiamo subito avviato una fase di contrattazione con l’azienda – aggiunge la segretaria generale Fiom/Mav – che ha portato al raggiungimento di un accordo di uscita migliore rispetto a quello di partenza per coloro che hanno deciso di andarsene volontariamente”. I lavoratori che hanno scelto questa via sono 84, gli altri rimangono in attesa della lettera di licenziamento.

Nelle zone in cui ha le sue sedi la Hoppe, infine, ci sono “molte aziende che - conclude Cinzia Turello - stanno già chiedendo alla multinazionale svizzera i nominativi dei lavoratori che perderanno il proprio posto”. Per alcuni di loro, dunque, potrebbero aprirsi a breve nuove prospettive di impiego.