La manovra è stata presentata, comincia l’iter al Senato ma le risorse per il rinnovo del contratto dei medici ancora non ci sono. Ed è bene ricordare che stiamo parlando del contratto 2022-2024, ancora da rinnovare ma già scaduto, come è evidente. Quindi i ritardi sono ancora più gravi. “Alla luce della proposta fatta dall'Aran non ci sono le condizioni per chiudere la trattativa, tanto meno in tempi rapidissimi": lo ha dichiarato Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, in riferimento alla trattativa in corso.

Le ragioni sono chiare ed evidenti, in parte sono sovrapponibili a quelle che hanno portato alla non firma della Fp Cgil in calce ai rinnovi dei contratti degli altri comparti: il governo propone aumenti che non arrivano al 6% a fronte di un’inflazione cumulata che sfiora il 18%. Altre ragioni sono specifiche del settore.

"L'Aran ci ha presentato la proposta per l'allocamento in busta paga delle risorse finanziate per il rinnovo contrattuale. A fronte di un finanziamento assolutamente inadeguato rispetto all'inflazione registrata nel triennio – ha osservato Filippi - ci saremmo aspettati la disponibilità ad inserire quel poco finanziato sulle parti tabellari, fisse e ricorrenti della retribuzione dei professionisti. E invece ci propongono di mettere sul tabellare molte meno risorse percentuali di quelle del triennio precedente: stiamo parlando di 230 euro lordi mensili che, assorbendo l’anticipo di 138 € già erogato in busta paga, determinerebbero un aumento reale di sole 82 euro lordi al mese".

E non finisce qui, perché per risparmiare il datore di lavoro pubblico cosa ha pensato bene di fare? Spostare gran parte delle risorse su voci della busta paga diverse dallo stipendio vero e proprio, così che la discrezionalità quasi regnerebbe sovrana. Ha spiegato, infatti, il dirigente sindacale: “Rispetto ai rinnovi precedenti, la proposta colloca molte più risorse sulle voci accessorie degli stipendi, cioè retribuzione di risultato e condizioni di lavoro, la cui erogazione non è certa e univoca in tutte le aziende. Insomma, meno soldi sulle voci certe dei professionisti e più soldi a quelle incerte per lasciare mano libera alle aziende”.

Il governo spinge per chiudere “in fretta” ma non ha mostrato nessuna disponibilità ad affrontare una trattativa vera. Compito del sindacato, invece, è proprio quello di trattare finché le proprie richieste a tutela di lavoratori e lavoratrici vengano accolte. "A fronte di un contratto fortemente definanziato non capiamo perché dovremmo accettare queste proposte senza negoziare. Solo per chiudere in fretta il contratto?". Si è domandato Filippi.

"Noi siamo stati chiarissimi fin da subito: non si firmano contratti al buio solo per assecondare la volontà del governo di chiudere in fretta con poche risorse. Siamo nella fase di discussione della legge di bilancio, nella quale dobbiamo verificare quante risorse sono previste per il personale, ad iniziare dell'indennità di specificità che è già stata finanziata nella legge 2025, a regime dal gennaio 2026 per medici e veterinari ma non per i sanitari, e che, una volta equiparata, può essere inserita da subito in questo contratto, se c’è la volontà del governo. Lo ripetiamo: non ci sono ragioni tecniche ostative, è solo una volontà politica. Si tratta di 180 euro lordi aggiuntivi agli 82 che renderebbero almeno dignitoso l'aumento. Se le organizzazioni sindacali le richiedono con forza da subito, si possono ottenere, visto che sono già finanziate. Perché rinunciare a trattare ora? Prendiamoci quel mese in più che serve per ottenere più risorse con legge di bilancio, anche in preparazione del prossimo contratto. Nel frattempo – conclude Filippi - mettiamo più risorse sul tabellare e meno sull'accessorio".

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