Il rinnovo dei contratti per oltre 7 milioni di lavoratrici e lavoratori, nei settori di commercio, turismo e servizi, non si può più rimandare. Per ottenere i rinnovi i sindacati del terziario sono pronti alla mobilitazione. Questo il messaggio forte che arriva dall'assemblea unitaria di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che si è svolta a Bologna.

Un appuntamento importante: è stato accolto il dissenso di oltre mille lavoratrici e lavoratori del terziario di mercato, chiamati a raccolta in piazza Lucio Dalla a Bologna nella grande assemblea intersettoriale unitaria. Lavoratori e sindacati non sono disponibili a tollerare oltre. Ad alzare la voce sono gli addetti del terziario distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata, del turismo, dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale, del comparto termale, degli studi professionali, dell’acconciatura ed estetica e del lavoro domestico.

I settori scontano un ritardo nei rinnovi contrattuali superiori ai tre anni, con la conseguente inadeguatezza dei trattamenti economici e normativi rispetto a realtà profondamente mutate, in seguito alla crisi pandemica, al conflitto russo-ucraino e alle dinamiche inflazionistiche fuori controllo.

A ribadire l’impatto dello stallo dei negoziati le delegate e i delegati intervenuti dal palco della mobilitazione: riflettori accesi sulle condizioni di lavoro, con i salari al palo e la degenerazione della flessibilità verso la precarietà, mentre nei diversi settori crescono i ricavi delle imprese, cresce la redditività, cresce la patrimonializzazione e cresce anche la produttività del lavoro.

I sindacati dal palco dell’assemblea hanno stigmatizzato l’ingiustificato atteggiamento dilatorio delle controparti in riferimento alle trattative di rinnovo; forte l’appello unitario al senso di responsabilità delle diverse associazioni imprenditoriali e datoriali, chiamate oggi più che mai a dare risposte adeguate attraverso i rinnovi contrattuali. La legittima richiesta di rinnovare i contratti nazionali alla più vasta platea di lavoratrici e lavoratori del mercato del lavoro italiano non può essere ignorata o, peggio, derubricata a pretesa insensata.

"Il governo deve agevolare il rinnovo dei contratti nazionali, ha detto Fabrizio Russo, segretario generale della Filcams Cgil. "I rinnovi devono essere definiti entro la fine dell'anno – ha aggiunto - il contratto nazionale rappresenta una priorità, se non dovessero essere rinnovati entro il 2023 si proseguirà con la mobilitazione e si arriverà anche allo sciopero, perché la tenuta del Paese è a rischio. Quindici rinnovi tra i più importanti non si stanno verificando da troppi anni: 7 milioni di lavoratori coinvolti non possono più aspettare" (qui l'intervento integrale di Russo).

Per Davide Guarini segretario generale della Fisascat Cisl è "urgente rinnovare i contratti scaduti che attendono da troppo tempo una risposta. Occorre restituire valore ai salari, qualità al lavoro, dignità alle lavoratrici e ai lavoratori, futuro alle persone. Vogliamo i rinnovi perché ci spettano e li conquisteremo a ogni costo". "La contrattazione e il confronto ai tavoli negoziali – ha concluso - restano per noi strumenti imprescindibili per il progredire delle conquiste del lavoro".

Per Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs, "da troppo tempo si perde salario, abbiamo bisogno di dare una sterzata: ci sono troppi precari e part time, troppo lavoro povero, troppo lavoro domenicale, abbiamo bisogno che l'occupazione abbia salario. Il governo – infine - deve detassare gli aumenti contrattuali, si dà una mano all'impresa e si dà una mano ai salari dei lavoratori: quando ci sono troppe persone che hanno salari poveri e che non hanno previdenza in prospettiva, prima o poi si arriva al dunque: bisogna invertire la tendenza".

I sindacati unitariamente concludono: "Avanti per i rinnovi contrattuali, avanti con la mobilitazione. #IlContrattoCiSpetta".

L'ASSEMBLEA INTEGRALE