Le tessere della Cgil si confermano sopra ai 5 milioni. Sono 5 milioni 149mila 885 le iscritte e gli iscritti che hanno scelto il Quadrato Rosso nel 2023. Nella conferenza stampa dedicata ai dati, l’annuncio delle 200mila firme già raccolte per i quesiti referendari sul lavoro ha rubato la scena a numeri che, in realtà, sono alla base proprio di quel primo grande successo ai banchetti. Perché confermano la crescita costante di credibilità, di fiducia delle persone nel sindacato di Corso d’Italia che, anche analizzando le dinamiche del tesseramento, dimostra la sua forza e la sua reattività.

È questo, in sostanza, il cuore del messaggio che accompagna il commento ai dati del segretario organizzativo della Cgil, Gino Giove. L’immagine di copertina che sintetizza i risultati emersi dal tesseramento riferito al 2023 sono quei quattro “più” tra gli iscritti: più lavoratori attivi, più giovani, più lavoratori over 65 e più stranieri. Dati che descrivono il sindacato attuale, ma anche il Paese reale.

Persino il confronto tra il totale 2022 e il totale 2023, che dà il segno meno, anche se in misura infinitesimale – circa 19mila tessere perdute, lo 0,37% del totale – è il risultato di una minima flessione tra i pensionati a fronte di un importante incremento tra gli attivi. 

“In un anno segnato da mobilitazioni e scioperi – ha esordito Gino Giove – registriamo con soddisfazione l’aumento degli iscritti tra chi lavora, in particolare tra gli under 35, gli stranieri e, paradossalmente devo dire purtroppo, anche tra i lavoratori over 65”. Purtroppo poiché questo dato rispecchia le riforme previdenziali che hanno allontanato il momento del ritiro: “è sempre più difficile andare in pensione e ci si va sempre più tardi”. 

Proprio quando il sindacato si è messo maggiormente in gioco con una campagna di mobilitazione senza precedenti, sempre più lavoratori hanno scelto di iscriversi. “Un dato –sottolinea il segretario organizzativo – che è indice di una importante reattività”.

L’incremento più consistente in numeri assoluti tra le classi di età è quello che riguarda gli under 35: “è il segno – spiega Gino Giove – che la Cgil è attenta ai cambiamenti del mondo di lavoro e che le sue battaglie sono efficaci per i giovani che più spesso sono vittime della precarietà e dei bassi salari. Mentre l’imponente crescita degli stranieri, oltre 70mila in più rispetto al 2022, originari di ben 208 paesi diversi, dimostra che siamo attrezzati in termini di mediazione culturale, traduzione, capacità di rispondere a situazioni complesse”.

La reattività della Cgil si vede anche dal fatto che “ogni anno la nostra macchina organizzativa deve contattare circa un milione di persone per dargli la possibilità di confermare la propria iscrizione. Tra chi cambia datore, il turn over dei pensionati, situazioni particolari e persino una quota di circa 150mila persone che aderiscono al sindacato ma vuole farlo con un versamento diretto perché non vuole che il datore di lavoro lo sappia”. 

Nel totale non compaiono gli iscritti a quelle associazioni che sono diretta emanazione del mondo Cgil e che si occupano di volontariato, di terzo settore, di assistenza ai consumatori o che raccolgono gli studenti medi e universitari. Un bacino di circa mezzo milione di persone che hanno fiducia nella Cgil.

“Questi dati – sottolinea il segretario organizzativo – corrispondono agli obiettivi che ci eravamo prefissati. È nostra intenzione proseguire e fare sempre meglio, aumentare il numero di iscritti tra i giovani e i migranti che sono tra le componenti più deboli, ricattabili e sfruttate del mercato del lavoro. E su questi obiettivi stiamo investendo in termini di risorse e di programmazione e abbiamo piani mirati”.

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