“La scelta di Cgil e Uil di andare allo sciopero generale del 16 dicembre è l'azione sindacale che abbiamo a disposizione per tentare di convincere il Governo a emendare una manovra che consideriamo insoddisfacente. È ovvio che una chiamata di Draghi, per riaprire la discussione su basi concrete, dalla redistribuzione delle fasce Irpef alla riforma delle pensioni, può riportarci al tavolo. Intanto siamo già al lavoro affinchè la manifestazione del 16 dicembre abbia una buona riuscita, perchè rappresentiamo milioni di lavoratori e lavoratrici in Italia che hanno diritto a compartecipare alle scelte”. Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, rispondendo alle domande di Pierluigi Melillo nella trasmissione 'Punto di vista' di Ottochannel 696.

Uno sciopero generale che arriva dopo una mobilitazione territoriale che, in Campania, ha visto protagoniste le tre confederazioni lo scorso 3 dicembre, con una manifestazione unitaria regionale sotto la sede della Regione Campania a Napoli perché, come ha ricordato il sindacalista, “abbiamo difficoltà ad avere un rapporto organico e costante con questa giunta regionale, che su alcune grandi scelte non si confronta con nessun soggetto di rappresentanza, come quando a metà settembre scorso ha presentato al Governo il Next generation Campania, il piano della Regione legato ai fondi del Pnrr, candidando 30 progetti per 17 miliardi, senza che fosse stato minimamente condiviso con Cgil, Cisl e Uil".

"In particolare sulla sanità - prosegue il leader sindacale -, dove è in corso una riorganizzazione territoriale a partire dagli ospedali di comunità, non abbiamo un confronto con la giunta regionale da settembre 2020, quando rompemmo sulla proposta di una premialità per gli operatori sanitari impegnati durante la pandemia. Un comportamento che sta continuando anche in queste ore, mentre è in discussione la manovra di fine anno e il bilancio previsionale regionale per il 2022, apprendiamo dai giornali che si sta lavorando ad un abbassamento delle tasse, che salutiamo positivamente, ma sul quale però dovrebbe esserci un confronto che allo stato attuale non c’è".

Nell’intervista, il dirigente sindacale si è soffermato anche sulle crisi industriali, in particolare sulla scelta di Leonardo di mettere in cassa integrazione a zero ore migliaia di lavoratori negli stabilimenti di Nola e Pomigliano.  “Non è possibile – ha detto - che Leonardo parte con un piano di cassa integrazione che, guarda caso, colpisce gli impianti del Sud e della Campania, e contemporaneamente il Governo Francese sottoscrive accordi con commesse nel settore aeronautico per 17,5 miliardi di euro con gli Emirati arabi. Continua quindi la scelta del governo di rimanere inermi davanti a commesse e produzioni che vanno via dall’Italia ed è incredibile che si consenta tutto ciò mentre il sindacato chiede decreti e piani sul lavoro e le delocalizzazioni”.