“Dopo 30 anni di servizio e quattro progressioni economiche, non arrivo a 28.000 euro lordi annui”. A parlare è la segretaria nazionale della Fp Cgil Tiziana Cazzaniga che prima d’essere sindacalista è un’insegnante di scuola dell’infanzia di Milano. Si appassiona, dunque, perché non racconta cose imparate in astratto, ma dalla sua esperienza personale di lavoratrice di un ente locale.

Sono questi i dipendenti meno retribuiti della pubblica amministrazione; eppure sono quelli maggiormente a contatto con cittadine e cittadini. Sono quelli che – ad esempio – si assumono la responsabilità della firma, sapendo di poter pagare personalmente per errori o presunti tali. È proprio perché conosce direttamente le condizioni economiche e professionali dei dipendenti delle funzioni locali che Cazzaniga spiega convintamente le ragioni della non firma in calce alla pre-intesa di rinnovo.

Perché non avete firmato - unica sigla sindacale a non farlo - il rinnovo 2022-24 del contratto collettivo di lavoro delle funzioni locali?
Perché la proposta economica non si è spostata dal più 5,78%, più un eventuale 0,22 dato dalla contrattazione decentrata e dall’eventuale volontà delle amministrazioni di mettere le risorse economiche, della proposta iniziale. Nulla è cambiato sul contratto ‘22-24 che sappiamo essere stato il periodo in cui l'inflazione ha toccato picchi anche fino a 16%. Vuol dire che, quando sarà reale l’aumento, le lavoratrici e i lavoratori troveranno il 10% in meno in busta paga. Quindi la distanza tra l'inflazione reale e la proposta è di almeno 10 punti: non ci hanno convinti, per questo non abbiamo sottoscritto.

Prima dell’estate abbiamo assistito a un gran dibattito sul fatto che i dipendenti degli enti locali sono quelli che all’interno del perimetro del lavoro pubblico guadagnano meno. Il governo aveva preso l’impegno a ridurre la distanza. Lo hanno fatto?
Ci siamo battuti, ci siamo mobilitati, siamo riusciti anche a cambiare la narrazione complessiva rispetto alla necessità di trovare risorse aggiuntive. Abbiamo chiesto che si trovassero le risorse per un’indennità perequativa pagata direttamente dal governo; l’abbiamo ottenuta ma invece di 150 milioni nel ‘25 e ‘27, così come era stato annunciato, sono diventati 50 milioni nel 2027 e 50 milioni nel 2028. Insomma è stato partorito un topolino, e questo è l’unico elemento positivo di quella pre-intesa. Siamo riusciti a convincere la controparte della bontà delle nostre di rivendicazioni, il problema è che la risposta è insufficiente. Non solo sono solo 100 e dal 2028 ma ne beneficeranno solo i dipendenti dei comuni, sono escluse le province, le regioni, le Asp, e tutto il resto del mondo delle funzioni locali. In sostanza è troppo poco, troppo tardi e non per tutti. Noi continueremo comunque a batterci perché questo fondo possa, anche magari durante l’esame della legge di stabilità, riempirsi di risorse economiche, possa diventare per tutti, soprattutto possa essere anticipato. 

Buste paga comunque leggere...
È così. Non possiamo dire alle lavoratrici e ai lavoratori di aspettare il 2028 per pagare la rata del mutuo. Una parte consistente dei dipendenti delle funzioni locali guadagna meno di 28.000 euro lordi: se prendiamo le tabelle del nuovo rinnovo, chi dovesse arrivare oggi avendo vinto un concorso da funzionario con tutte le responsabilità amministrative e anche penali che questo ruolo comporta, non arriverebbe a 25.000 euro. Io sono insegnante di scuola dell'infanzia con più di 30 anni di servizio e quattro progressioni economiche, non arrivo a 28.000 euro lordi annui.

Secondo il governo proprio questi redditi sono quelli che beneficeranno della riforma dell’Irpef introdotta con la manovra. Anche se, secondo la Cgil, a causa del fiscal drag è più quello che viene trattenuto dallo Stato che i benefici fiscali che arriveranno.
Nel comparto pubblico noi brilliamo per essere tra quelli più poveri, anche perché sono gli enti locali che devono metterci le risorse, ma questi sono a loro volta gli enti più poveri, per questo la creazione di un'indennità che viene pagata dal governo e non dagli enti è importante e storica. Ma questi lavoratori e lavoratrici sono quelli che non hanno nessuna possibilità di vedersi riconosciuto nulla dal punto di vista fiscale, non abbiamo nulla per attrarre e nulla per trattenere in servizio. Se c’è una ragione per cui i giovani non partecipano ai concorsi o lasciano le amministrazioni dopo 1-2 anni dall’assunzione è perché è basso lo stipendio rispetto alle responsabilità che una lavoratrice o un lavoratore dei Comuni, delle Province, delle Regioni, delle Camere di commercio, Asp, sostiene tutti i giorni nella propria attività. Per questo è assolutamente necessario trovare una soluzione ai percorsi di valorizzazione e carriera che oggi in questi enti non si possono realizzare, perché mancano le risorse economiche. Basti pensare, ad esempio, che il personale della Polizia locale non ha stesse tutele della Polizia di Stato, né in termini previdenziali, né di tutela legale, né di valorizzazione dell'azione che svolgono quotidianamente. Vale anche per la formazione visto che molti Comuni non mettono a disposizione le risorse, neanche quelle previste dal contratto.

lo dicevi: l’altro ieri hanno firmato la pre-intesa, quali sono i passi successivi?
I passi successivi sono che nelle prossime buste paga lavoratrici e lavoratori non troveranno quel pochissimo di aumento ipotizzato. La pre-intesa deve passare le forche caudine della Ragioneria dello Stato, della Corte dei Conti e poi il contratto deve tornare in Consiglio dei ministri per l'approvazione finale. Ci vorranno mesi per vederne gli effetti. Per quanto riguarda poi l’avvio della trattativa per il rinnovo ‘25-27 occorre aspettare l’atto di indirizzo. È vero che è uscita la direttiva madre, ma per quanto concerne le funzioni locali, questo atto di indirizzo lo devono scrivere i nostri datori di lavoro, quindi la l'Anci, la Conferenza delle regioni, l’Upi; senza quell'atto non si può aprire la trattativa. Inoltre è bene ricordare che, per quanto riguarda gli aumenti previsti dal rinnovo, stiamo parlando di risorse economiche che per la maggior parte sono state già pagate; per esempio i lavoratori non avranno gli arretrati per l'anno 2022-2023 perché l’indennità di vacanza contrattuale maggiorata ha coperto tutta la parte degli arretrati. Quindi rimangono circa 60 euro lordi medi da distribuire, che arriveranno quando tutti passi formali saranno compiuti.

Cosa farete voi?
Staremo con le lavoratrici e i lavoratori, ascolteremo quello che hanno da dirci. Oggi faremo un attivo delle delegate e dei delegati, con loro decideremo le prossime azioni. Ciò che sicuramente faremo è proporre dei nostri emendamenti alla legge di bilancio per provare ad avere risposte subito. Sicuramente continuare a mobilitarci Comune per Comune, non abbiamo nessuna intenzione di arretrare di un passo: abbiamo migliaia di delegate e delegati, Rsu appena eletti e la nostra forza sono loro. Continueremo sulla nostra strada, con convinzione.