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Davanti ai cancelli dello stabilimento Rana di Moretta, in provincia di Cuneo, tanti lavoratori hanno incrociato le braccia. Con loro da ieri mattina (6 agosto), le sigle Nidil Cgil e Flai Cgil Cuneo, insieme alla Rsu Cgil. Lo sciopero, con oltre il 70 per cento di adesione, è stato un atto di coraggio in un clima segnato da precarietà contrattuale, lavorativa e paura.
Il 1° agosto un lavoratore somministrato di soli 19 anni ha perso tre dita di una mano, ma non per una fatalità. Solo pochi mesi fa, nello stesso stabilimento un altro lavoratore è stato schiacciato da un macchinario. Due gravi infortuni in sei mesi, la punta di un iceberg di una situazione che i lavoratori diretti e indiretti denunciano ormai da tempo.
“Quanti ancora dovranno accaderne prima che le agenzie di somministrazione e il pastificio Rana intervengono con un piano di sicurezza serio a salvaguardia delle condizioni lavorative? – chiedono in una nota le segreterie provinciali di Flai, Nidil Rsu Flai e Rsa Nidil -. Rana negli ultimi anni ha fatto notevoli investimenti sul territorio cuneese, con una crescita occupazionale importante. A tale crescita però corrispondono peggioramenti delle condizioni di vita e di lavoro di chi opera nello stabilimento, sia rispetto agli orari, con sempre maggiori richieste di flessibilità e straordinari sul sabato che creano disagio, sia con la presenza di un numero elevato di somministrati o in staff leasing nonostante tramite la contrattazione vi sia stato negli ultimi tre anni un centinaio di trasformazioni a tempo indeterminato”.
“Altrettanto chiediamo responsabilità da parte delle agenzie di somministrazione nei confronti dei loro dipendenti – proseguono le sigle sindacali - che non possono essere considerati merce di scambio per il proprio profitto. Per questi motivi sono ormai diversi mesi che come Flai e Nidil abbiamo proclamato il blocco della flessibilità e dello straordinario sul sabato”.
Tra le richieste dei sindacati, la stabilizzazione immediata del giovane infortunato; l’apertura di un tavolo per affrontare in modo costruttivo il tema della sicurezza, degli orari e delle stabilizzazioni; un piano straordinario per la sicurezza per tutti i lavoratori dello stabilimento, operativo subito; riduzione drastica della somministrazione; formazione reale, teorica e pratica con un addestramento a completamento del percorso; stop ai ritmi insostenibili, perché la produzione non vale più della vita.
“L’azienda ci convochi subito, con proposte concrete, tempi certi e impegni verificabili - concludono Flai e Nidil -. I lavoratori Rana non sono ingranaggi, pretendono rispetto, pretendono sicurezza e futuro. E ieri, con lo sciopero, hanno iniziato a riprenderselo, per migliorare le condizioni lavorative, contrattuali e di sicurezza”.