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Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata improvvisamente attaccata dal cielo: droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato hanno colpito le imbarcazioni.
Almeno una decina di attacchi, forse quindici, quelli sferrati con ogni probabilità da Israele. Nessun ferito, ma almeno due le imbarcazioni danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, uno dei sostegni dell'albero; la Luna Bark, la cui randa - la vela principale - è ora fuori uso. Colpita anche la Taigete, ma dai video diffusi sui social non sembra aver subito danni.
Sulla Luna Bark, fra gli altri, sono imbarcati alcuni italiani, tra cui Raffaello Corriero (segreteria Fisac Cgil Milano), e la portavoce per l'Italia della Flotilla Maria Elena Delia, che sui social hanno postato numerosi aggiornamenti.
“Gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla - dichiara in un video - mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità. Abbiamo già allertato chi di dovere, anche la Farnesina, e stiamo cercando di far sapere cosa avviene”.
Da New York, dove si trova per l'Assemblea generale Onu, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto a Israele di garantire l'incolumità di quanti sono a bordo e che le eventuali operazioni delle forze armate siano condotte rispettando il diritto internazionale e un principio di assoluta cautela.
Le 51 navi che compongono la Flotilla puntano a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e “rompere il blocco israeliano”, dopo due tentativi bloccati da Israele a giugno e luglio. Attacchi contro la Flotilla erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre.
“Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire”, dicono gli attivisti che rivendicano: “Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari”.
Gli attacchi della notte scorsa sono soltanto l'ultimo capitolo del braccio di ferro con Israele: la Global Sumud Flotilla ha ieri (martedì 22) ha respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia per “ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza” e il rischio di “possibili rappresaglie”.
“I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli”, avvertono gli attivisti in un comunicato sui social: “La comunità internazionale non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'Onu, è parte del genocidio in corso a Gaza”.