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Amazon ha avviato un piano di riduzione del personale su scala globale che coinvolgerà circa 14 mila lavoratrici e lavoratori. Un processo che, dietro la formula della riorganizzazione e dell’efficientamento, si traduce in una campagna di uscite, volontarie e non, in diversi Paesi, Italia compresa.
Amazon Milano, ai manager liste con centinaia di nomi cui proporre la risoluzione consensuale
A Milano, dove sono occupate circa 1.200 persone, l’impatto della decisione potrebbe riguardare centinaia di dipendenti, in larga parte alte professionalità e figure manageriali. Nel capoluogo lombardo Amazon opera attraverso diverse divisioni aziendali, ognuna gestita da una diversa società del gruppo. In questi giorni i manager hanno ricevuto liste di nominativi a cui proporre la cosiddetta voluntary separation, una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro accompagnata da una proposta economica di buonuscita o, in alcuni casi, da ipotesi di ricollocamento interno.
Ai selezionati cinque giorni per decidere se accettare: chi rifiuta non sa cosa accadrà dopo
Il procedimento prevede due colloqui individuali: nel primo, il dipendente viene informato di essere stato selezionato; nel secondo vengono illustrate nel dettaglio le condizioni dell’accordo e il tempo concesso per decidere, soltanto cinque giorni. Chi rifiuta, non sa cosa accadrà dopo. “È una situazione di forte pressione psicologica e di grande incertezza, aggravata dalla totale mancanza di informazioni ufficiali sui piani occupazionali dell’azienda”, denuncia Stefania Sorrentino, segretaria generale Slc Cgil Lombardia.
“Amazon – spiega la segretaria – parla di efficienza e di trasformazione legata “ad una cultura interna” per efficientare la macchina o all’impatto dell’intelligenza artificiale, ma dietro queste parole ci sono persone e professionalità che non possono essere prese e lasciate peraltro senza chiare motivazioni e procedure. Non accetteremo che l’innovazione in stile Amazon passi liscia”.
Il 26 novembre si terrà un incontro unitario in Assolombarda
Nei giorni scorsi, la Slc Cgil ha organizzato assemblee molto partecipate, con oltre 160 persone collegate o presenti, durante le quali sono emerse grande preoccupazione e la volontà di fare rete, anche tra lavoratori e lavoratrici che prima non si conoscevano. Il 26 novembre si terrà un incontro unitario in Assolombarda, richiesto dalle organizzazioni sindacali per avere chiarimenti sull’operazione e garanzie di salvaguardia dell’occupazione.
“Amazon sta gestendo questa fase come una sorta di svecchiamento ciclico, giustificandolo con l’impatto dell’intelligenza artificiale e l’efficientamento dei processi – aggiunge Sorrentino – anche se sembra un mero abbassamento del costo del lavoro a scopi di mercato. Ma qui non si tratta di modernizzare, si tratta di tagliare. Vogliamo che l’azienda apra un confronto con le rappresentanze sindacali e si assuma la responsabilità sociale delle proprie scelte”. La Slc Cgil Lombardia continuerà a seguire da vicino la situazione, organizzando nuove assemblee dopo l’incontro in Assolombarda, e mettendo a disposizione assistenza sindacale e legale per tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti.






















