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Ben 22 mesi di cassa integrazione straordinaria. E poi 3,5 milioni di investimenti fino al 2027 e ricollocamenti di lavoratori nella stessa azienda o in altre società del gruppo. Si è chiusa così a Firenze la lunga vertenza della Targetti Sankey, azienda di illuminotecnica di alta gamma fondata nel 1928 e dal 2017 di proprietà della 3F Filippi di Bologna.
Nel piano industriale presentato il 9 novembre 2024 l’impresa aveva annunciato la chiusura della produzione (con lo spostamento di essa nell’impianto avellinese di Nusco) e la vendita dello stabilimento fiorentino, con la conseguente riduzione del personale da 90 a 40 lavoratori.
L’accordo, raggiunto il 21 luglio al tavolo di crisi convocato presso la Regione Toscana, annulla i licenziamenti (sventati appunto mediante ricollocazioni e la cigs per riorganizzazione) e mantiene l’impianto a Firenze, gettando anche le basi per il rilancio del marchio. Prevista l’acquisizione di un nuovo immobile, sempre nell'area di Firenze, in cui trasferire uffici e parte della produzione di alta gamma.
Fiom: “Gettate le basi per il rilancio”
“Dopo otto mesi di incertezze e mobilitazioni dei lavoratori Targetti di Firenze, marchio storico nel settore dell’illuminazione, è stato raggiunto un accordo che prevede un piano di prospettiva per il mantenimento del sito fiorentino e di rilancio del marchio”, spiega il segretario generale Fiom Cgil Firenze Prato Pistoia Stefano Angelini.
“Un ammortizzatore di lunga durata accompagnerà la riorganizzazione e la riqualificazione del personale”, continua il dirigente sindacale: “Sono previsti investimenti importanti per la nascita di un nuovo sito in cui troveranno spazio non solo gli uffici tecnico-amministrativi, ma anche la produzione. Nell’accordo sono inoltre previsti incentivi per uscite non oppositive per agganciare, ad esempio, la pensione”.
Angelini esprime dunque “soddisfazione per questo importante punto di partenza” e sottolinea che la Fiom e le Rsu “monitoreranno con molta attenzione il percorso previsto dall’accordo per tutta la durata degli ammortizzatori sociali, affinché si arrivi a un vero rilancio di un’azienda storica del territorio”.