La Fillea Cgil di Roma e del Lazio ha appena concluso la sua assemblea generale con l’approvazione del bilancio consuntivo del 2024. La prima assemblea post referendum per la categoria degli edili. Nella relazione conclusiva del segretario generale, Diego Piccoli, un riferimento a questi mesi post voto: “Nonostante la sconfitta alle urne, il dato da cui ripartire è certamente la partecipazione di oltre 13 milioni di persone che si sono recate alle urne. Persone che hanno condiviso la nostra visione e che ora pensano a una azione politica che dia continuità al lavoro svolto fin qui, e quindi alla richiesta di sicurezza, diritti e cittadinanza”.

Negli scorsi mesi la categoria è stata protagonista di una reale partecipazione alla vita politica del territorio grazie all’impegno messo in campo con comitati, associazioni e mondo del lavoro che si è trasformato in azioni concrete come l’iniziativa a Bastogi, un quartiere dimenticato diventato laboratorio per una riqualificazione reale e concreta. E ancora il contrasto al ‘decreto Caivano’ per il Quarticciolo (altra periferia di Roma), difendendo l’idea di una rigenerazione che parta dai bisogni reali. L’assemblea si impegna a continuare questo lavoro anche su altre zone della capitale e quindi gli ex Mercati Generali, ex Dogana a San Lorenzo e ex Fiera di Roma, evitando che diventino occasioni speculative senza beneficio sociale.

Nella relazione di Piccoli anche un riferimento a quanto accaduto a Milano negli scorsi mesi: “Milano ci costringe a interrogarci sulle attuali trasformazioni di Roma e più in generale di come le trasformazioni delle nostre città debbano prima di tutto essere trasformazioni che ricuciono gli strappi sociali. Siamo sicuri che a Roma e nel Lazio si stia andando nella giusta direzione? La società americana che parteciperà all’appalto degli ex Mercati Generali ha sede in Delaware, un paradiso fiscale che protegge gli interessi a rischio di essere grigi. Società che hanno condizionato le scelte dell’Amministrazione che deve perseguire prima di tutto gli interessi pubblici e collettivi”.

Diego Piccoli, Fillea Roma Lazio: “la nuova legge sulla rigenerazione è uno scempio”

“Se a Roma Capitale chiediamo di segnare, in maniera netta, la propria azione amministrativa con scelte più giuste e coraggiose – ha detto il dirigente sindacale –, alla Regione Lazio lanciamo un messaggio chiaro: la nuova legge sulla rigenerazione è uno scempio. Non servono scantinati trasformati in case, ma edilizia popolare dignitosa. In autunno presenteremo con Nuove Rigenerazioni e con la Cgil una proposta alternativa su casa e urbanistica”.

Tra i temi affrontati anche quello dei migranti a cui dare risposte efficaci: lavoratori che rappresentano più della metà degli addetti nel comparto edile. E anche una prospettiva politica di collaborazione con Roma Capitale che può diventare un modello vincente. Il programma della Fillea Roma e Lazio è quello di arrivare al più presto a sottoscrivere l’accordo con il sindaco Gualtieri per l’istituzione del badge di cantiere nei lavori pubblici, rafforzando quanto già previsto dal protocollo giubilare: stop al subappalto a cascata dove si insinuano precarietà e insicurezza.

“Il badge supera la straordinarietà del commissariamento del Giubileo, verrà esteso a tutti gli appalti pubblici dando centralità alle nostre casse edili sul controllo della regolarità e della legalità. Auspichiamo che le nostre controparti, Acer in testa, accettino la sfida e la smettano di rivendicare soglie economiche degli appalti per annacquare l’efficacia dello strumento. Regolarità e sicurezza, soprattutto quando i lavori sono finanziatiti da investimenti pubblici”, si legge nella relazione conclusiva.

La sicurezza il tema al centro dell’assemblea

La sicurezza è stato il nodo centrale della giornata di lavori con cui si è sottolineata la mancanza di volontà del governo di salvaguardare le vite di chi lavora; la mancanza di investimenti che prevedano più ispettori e controlli; il susseguirsi di provvedimenti spot che rischiano di legittimare e legalizzare l’elusione delle regole. E ancora il lavoro da portare avanti per la costruzione di una procura nazionale ad hoc e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, così come una legge nazionale sul riconoscimento delle conseguenze dal rischio delle alte temperature come malattia professionale perché, purtroppo, le ordinanze regionali non bastano.

I cantieri sono aperti, si lavora e si muore nelle ore più calde. “Non abbiamo bisogno di negazionisti. Il clima cambia a causa di un sistema produttivo senza regole. L’unica regola è quella del profitto. Politiche industriali, energetiche e ambientali nuove, insieme a norme di tutela di chi lavora e che tengano insieme difesa dell’ambiente, giustizia sociale e sviluppo sostenibile. Bisogna promuovere una transizione energetica giusta e sostenibile. Serve implementare progetti di sviluppo di tecnologie pulite e di riqualificazione energetica degli edifici, creando nuovi posti di lavoro e riducendo le emissioni di gas serra. La casa è e sarà la nostra grande fabbrica. Sulla casa ci giochiamo il futuro degli investimenti pubblici nel nostro comparto”.

Nel Lazio il numero dei morti sul lavoro nel solo 2025 è impietoso

I numeri dei morti e degli infortuni nel Lazio, nel solo 2025, sono impietosi. Il settore, insieme ad agricoltura e logistica, è il più colpito. “Per salvaguardare la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici, va conquistato un giusto sistema previdenziale che cancelli la Fornero – dicono dalla direzione della categoria –, che faccia uscire i lavoratori del settore prima dei 67 anni oggi previsti: il governo ha tradito i cittadini che hanno votato a destra perché Salvini e Meloni avevano illuso con promesse elettorali non mantenute”.

“Anche l’idea di costruzione di un futuro migliore guardando al contesto internazionale è, oggi, un punto dirimente. Trump, i dazi, gli investimenti negli armamenti, le guerre, il genocidio a Gaza e le occupazioni in Cisgiordania… Impegno di un sindacato deve essere anche quello di intervenire prima che vengano sterminati i 2 milioni di palestinesi sopravvissuti. Al fianco della Cgil e della rete pacifista per chiedere stop alle guerre, per fermare la guerra commerciale in atto, per chiedere investimenti per migliorare la vita, la dignità e il lavoro”.

Dazi e investimenti in armamenti hanno un costo altissimo: più di 100 miliardi l’anno per il nostro paese. Saranno diritti violati e cancellati (istruzione, sanità, casa, trasporti, pensioni, lavoro). Sanchez ha così quantificato: 3 mila euro l’anno di tasse in più pro capite, riduzione delle pensioni del 30%, chiusura della metà delle scuole, asili e università pubbliche. Pensate sarà diverso per noi?”, ha chiesto Piccoli all’assemblea. “Noi siamo e dobbiamo essere un argine. Lo dovremo essere nella nostra azione quotidiana. Proseguiremo nel cambiamento che abbiamo delineato insieme, rigenerando anche la Fillea”.

Forze nuove dovranno venire dai delegati e dai posti di lavoro. Parole d’ordine sono adeguata preparazione e programmazione delle azioni necessarie e del tempo utile da dedicare a questa missione, anche in funzione dei nuovi e ulteriori cantieri che si apriranno a Roma e nel Lazio. Opere strategiche che vedranno gli edili di Fillea Roma e Lazio contribuire alla crescita della Regione e del Paese.

“Il bilancio approvato oggi – conclude – è il frutto di un settore in salute. La Fillea è organizzata su un principio di solidarietà tra territori che non deve essere messo in discussione. Una categoria molto operativa e che è tesa a rafforzare quotidianamente la propria rappresentatività perché sono i lavoratori e le lavoratrici che volontariamente tengono in piedi una struttura che nel 2026 compirà 70 anni”.