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“Non si tratta di una classica crisi industriale ma di una vicenda assurda che in trent’anni non ha trovato soluzioni”. A dirlo è la Fiom Cgil, commentando il fatto che “questo mese è scaduta la concessione dell’area degli stabilimenti delle attuali Acciaierie Valbruna a Bolzano, iniziata nel 1995 in funzione della crisi delle Acciaierie Falck”.
Nell’incontro che si è svolto martedì 16 settembre al ministero delle Imprese, la Provincia, che “avrebbe potuto accogliere la richiesta del sindacato di ritirare il bando di vendita, permettendo una discussione con tutti i soggetti interessati al fine di concludere una vicenda trentennale, ha deciso invece di proseguire confermando la procedura di bando in essere”.
“Tale scelta – spiegano Loris Scarpa (coordinatore Siderurgia Fiom Cgil nazionale), Marco Bernardoni (segretario generale Fiom Bolzano) e Morgan Prebianca (segretario generale Fiom Vicenza) – che avrà certamente come conseguenza un contenzioso legale, in concomitanza delle comunicazioni aziendali di ritirare gli investimenti e fermare le attività, è per noi inaccettabile”.
Per i tre esponenti sindacali “tutto ciò avrebbe ripercussioni sociali e industriali gravissime che impattano su due territori (Bolzano e Vicenza, produttivamente inscindibili) e coinvolgerebbero più di 2 mila lavoratori diretti, oltre a quelli dell’indotto”.
Il governo riconvocherà le parti tra un mese, con l’esito della valutazione preventiva sull’esercizio di una golden power. “Una cosa è certa”, conclude la nota Fiom: “Lavoratori e sindacato non staranno a guardare, mentre altri decidono sulla loro testa. Si svolgeranno nei prossimi giorni le assemblee negli stabilimenti e verranno messe in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie”.