“La vertenza di Acciaierie d’Italia (ex-Ilva) è emblematica di come il governo non si curi delle politiche industriali”, dichiara Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil: “Dopo la recente convocazione a Palazzo Chigi permangono ancora le annose problematiche di assenza di investimenti, sicurezza degli impianti, manutenzione e tutela ambientale. Ciò non è accettabile ed è necessario un intervento dello Stato a tutela dei lavoratori e di una produzione strategica come quella dell’acciaio, materiale indispensabile ai numerosi settori produttivi del nostro Paese”.

Per l’esponente Cgil, le richieste sindacali “che arrivano da tutti i territori in cui opera Acciaierie d’Italia sono ancora disattese: chiediamo che si ascoltino le istanze dei territori e delle categorie che rappresentano i lavoratori di Acciaierie d’Italia, e che oggi sono in coordinamento unitario sotto il ministero delle Imprese”.

Gesmundo evidenzia che “la programmazione non è più rinviabile. Il governo faccia pace con se stesso e la smetta con i conflitti interni e le divergenze strategiche se vuole sostenere davvero l’industria italiana e i lavoratori siderurgici”. Per il segretario confederale “occorre partire dall’intervento in prima persona dello Stato per risolvere una vertenza che rischia di deflagrare”.

Quanto alla manifestazione di oggi (lunedì 9 ottobre) a Taranto, organizzata dalle imprese dell'indotto, “chiediamo alle aziende che i comportamenti siano sempre coerenti a sostegno del buon lavoro e del futuro del siderurgico e non siano invece determinati solo dalle situazioni di amore e odio nei confronti di Acciaierie Italia che, come denunciano la Fiom e la Cgil di Taranto, danno l’impressione di voler strumentalizzare le condizioni di disagio e i lavoratori stessi”.