Oltre 2.000 persone hanno sfilato con il lutto al braccio per le vie di Vercelli nel corteo promosso – insieme allo sciopero – dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil in risposta a 5 morti dell'incidente ferroviario di Brandizzo. Partito dalla stazione, il corteo si è concluso davanti alla prefettura.

Landini: basta parole

"Non è il momento di trovare il capro espiatorio, non è il momento di individuare la colpa di chi è, è il sistema che non funziona che ha scaricato tutto sulla pelle dei lavoratori. È il momento di dire basta e di fare finalmente la procura nazionale sulla salute e sulla sicurezza e mettere assieme persone che abbiano le competenze per poter lavorare". Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, che partecipa al corteo promosso da Cgil Cisl e Uil.

"È il momento di fare gli investimenti anche sugli ispettorati del lavoro, sulla prevenzione perché la sicurezza il punto vero è la prevenzione - ha proseguito - queste cose le stiamo dicendo, abbiamo fatto anche scioperi e iniziative ma non è stato sufficiente, è il momento Io credo di alzare ancora di più il livello e che ognuno rispondere di quello che concretamente ha fatto e di quello che sta facendo per affrontare questa situazione".

Malorgio (Filt): serve discontinuità

“La manifestazione di oggi, molto partecipata, per noi rappresenta una nuova occasione per chiedere un atto di discontinuità ad aziende e istituzioni”. Ad affermarlo il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio, partecipando al corteo oggi a Vercelli, spiegando che “chiediamo sia all’azienda Rfi sia al Governo che si lavori solo in sicurezza”.

“Con Rfi - prosegue il dirigente nazionale della Filt - con cui abbiamo avuto un incontro il giorno dopo la strage di Brandizzo, serve intervenire sul metodo di lavoro nel sistema manutentivo delle infrastrutture ferroviarie e sulla qualificazione delle imprese che lavorano sul sistema ferroviario e sulla internalizzazione delle lavorazioni. Per noi al centro ci deve essere la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e solo in subordine la velocità e i costi della manutenzione stessa”. "Da parte del Governo - afferma infine Malorgio - serve un investimento forte sulla salute e sicurezza sul lavoro che è una vera e propria emergenza nazionale sulla quale bisogna investire in tecnologia e risorse come si fa in altri settori”.

Genovesi (Fillea): basta appalti e subappalti

"Dal 2018 ogni 57 giorni c'è un infortunio grave negli appalti ferroviari, ogni 110 c'è un morto. I tempi di manutenzione sono passati per 10 metri di binari da 5 ore a 2 ore e 48. Quindi si sono dimezzati tempi di interruzione. Per evitare che si ripetano queste sciagure bisogna tornare ai tempi previsti dalle normative europee di maggiore qualità". Lo ha sottolineato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, la categoria degli edili, che ha partecipato al corteo a Vercelli.

"Rfi non può dare gli appalti senza controllare i subappalti dove gli operai lavorano 10-12 ore con il cronometro in mano e sono sottoinquadrati. Per guadagnare 1.900-2.000 euro lavorano 12 ore e fanno tutto quello che viene richiesto anche a rischio della sicurezza" ha detto Genovesi. "Non è possibile che l'80% della rete ferroviaria italiana non abbia gli automatismi tecnologici del blocco traffico. Dobbiamo spendere quanto spendiamo per l'alta velocità. C'è fretta di intervenire perché su una rete più vecchia devono passare più treni: le due cose insieme non ci stanno".

(immagini di Cgil Piemonte e Giustina Iannelli)