Si accende una luce per l’ex Tessitura Albini di Mottola (Taranto). Per lo stabilimento tessile, dopo due anni di trattative e lotte sindacali, c’è un’offerta vincolante d’acquisto, che darebbe finalmente una prospettiva ai 94 lavoratori, attualmente in cassa integrazione fino al 22 dicembre, che a fine anno verranno licenziati e andranno in Naspi. Fino a un anno fa i dipendenti erano 104, poi dieci di loro hanno scelto di licenziarsi accettando l'esodo agevolato.

La proposta per acquisire stabilimento e personale viene dal gruppo Ekasa di Torino, specializzato in progettazione, produzione, vendita e posa in opera di porte per interni, serramenti per esterni e portoncini di sicurezza. Al gruppo fa capo anche il marchio De Carlo che proprio nell'area di Mottola costruisce infissi. La nuova prospettiva è emersa nell'incontro tra azienda e sindacati che si è tenuto martedì 6 giugno presso la sede della task force per il lavoro della Regione Puglia.

Il commento della Fillea Cgil

La Fillea Cgil ha comunica che il gruppo Albini ha informato “di aver ricevuto un'offerta vincolante per l'acquisizione dello stabilimento di Mottola da parte del gruppo Ekasa, operante nel settore legno (infissi e serramenti). Entro luglio si dovrebbe chiudere il preliminare di vendita ed entro dicembre la vendita. Da parte del gruppo Ekasa c’è l'impegno a ricollocare tutti i lavoratori attualmente in forza”.

La Fillea ha aggiunto che “le organizzazioni sindacali hanno chiesto di aggiornare il tavolo con la presenza della nuova azienda per sottoscrivere l'impegno ad assorbire tutti i lavoratori ed entrare nel merito del piano industriale, con tempi e modalità”. Il presidente della task force Leo Caroli si è impegnato a riconvocare il tavolo entro il 15 luglio.

“Una buona notizia, ma dobbiamo comunque essere prudenti”, commenta il segretario Fillea Cgil Taranto Francesco Bardinella, ricordando che appena “un anno fa sembrava che la trattativa con la multinazionale Motion Italia potesse chiudersi positivamente, poi ad agosto fummo colpiti da una doccia fredda. Prima disse che non si faceva più niente almeno fino a dicembre 2022, poi è definitivamente scomparsa”.

Bardinella sottolinea che “i rappresentanti aziendali hanno detto che il piano Ekasa è credibile. Noi però vogliamo parlare direttamente con i nuovi investitori, capire le loro intenzioni, vedere il piano di reindustrializzazione. E il tempo corre in fretta: il 22 dicembre finisce la cassa integrazione, dopo c'è solo il licenziamento”.