La multinazionale non torna indietro. Lunedì 29 maggio, nel secondo incontro con i sindacati, la Henkel ha ribadito la decisione: 18 licenziamenti (su 165 dipendenti) nello stabilimento di Ferentino (Frosinone). La scelta era stata annunciata all’inizio del mese, ribadita appunto nel nuovo vertice che si è tenuto presso la sede di Unindustria.

Le motivazioni dei licenziamenti, secondo la Henkel, sono da rintracciare nella diminuzione dei volumi di vendita, nel costo eccessivo delle materie prime necessarie alla produzione e nell’incertezza riguardo l’eventuale ripresa del mercato e dei consumi. Un nuovo incontro tra azienda e sindacati, sempre presso la sede di Unindustria Frosinone, è previsto per il 21 giugno.

La multinazionale

L’azienda chimica tedesca, leader mondiale nel settore dell’home & personal care (dai detersivi ai prodotti per l’igiene personale), è presente in Italia dal 1933 (con il nome di Società Italiana Persil). Ha circa 900 dipendenti e sei sedi: oltre a Ferentino, ha stabilimenti a Casarile (Milano), Zingonia (Bergamo) e Oggiono (Lecco), che realizzano adesivi di vario tipo e soluzioni chimiche per numerosi settori industriali, cui si aggiungono gli uffici amministrativi di Milano e il laboratorio per il trattamento di metalli e superfici di Caleppio di Settala (Milano).

L’impianto di Ferentino, attivo da oltre 40 anni, è dedicato ai prodotti di punta della multinazionale (ammorbidenti e detersivi per il bucato e la pulizia dei piatti a mano, sia in polvere sia liquidi), con marchi molto conosciuti come Dixan, Bio Presto, Perlana, Nelsen e Vernel. Va segnalato che nel sito laziale, dopo la chiusura nel 2021 dello stabilimento di Lomazzo (Como), è stata concentrata la gran parte di queste produzioni.

La vertenza

La dismissione del sito lombardo, appunto, aveva accresciuto l’importanza di Ferentino come sito strategico della multinazionale, confermata anche da una trentina di nuove assunzioni non più tardi di un anno fa. Ora, invece, la doccia gelata. Con i sindacati che ora temono l’avvio di un percorso di progressivo disimpegno della multinazionale dall’Italia.

Le politiche commerciali di Henkel, da un lato, stanno ricollocando le produzioni verso altri siti, mentre il piano di riorganizzazione globale, dall’altro, prevede entro il 2025 altre chiusure di stabilimenti in Europa. Ferentino, dunque, ha paura. E i sindacati chiedono l’intervento del governo, proprio per capire meglio la strategia della multinazionale.

La posizione della Filctem Cgil

“Scelte aziendali sbagliate, che ora vengono fatte pagare ai lavoratori”: questo il commento del segretario regionale Filctem Cgil Lazio Sandro Chiarlitti, che evidenzia come “la vendita del marchio General e un considerevole aumento dei prezzi per i prodotti di punta hanno generato una flessione dei volumi”.

Appena due mesi fa l’azienda, in un confronto con i sindacati, aveva spiegato le attuali difficoltà del mercato, ma aveva comunque assicurato di non voler toccare l’organico. “La strategia – prosegue il segretario regionale – è quella di aumentare i profitti riducendo il lavoro e saturando i magazzini, pensando di godere a lungo del monopolio commerciale”.

Filctem Cgil e le altre sigle hanno chiesto alla proprietà di ricorrere alla cassa integrazione, ottenendo però solo un rifiuto. “Appare comico – conclude Chiarlitti – che, dopo anni in cui la società ha fatto scelte unilaterali disponendo di sistemi per l’efficientamento delle produzioni, con contestuali assunzioni di figure professionali, oggi presenti il conto al sindacato”.