Luci e ombre di un momento storico estremamente complesso. Perché quest'anno di guerra terribile nel quale è sfumato il Covid ha finito per aggiungere una crisi sociale a un’altra crisi. È il pane quotidiano di queste settimane di analisi in casa Cgil. Le analisi si rincorrono dai palchi e dalle presidenze dei congressi. Che sia un’assemblea in un posto di lavoro o un'assise regionale, i temi non cambiano, la prospettiva o meglio, l’assenza di prospettive, è sempre la stessa. Lo è anche al XIII congresso della Cgil Veneto, iniziato oggi, 26 gennaio, con la relazione introduttiva della segretaria generale regionale Tiziana Basso.

Il lavoro che manca o che ha perso valore. I salari consumati da un’inflazione a due cifre che brucia i soldi nelle tasche di lavoratori e pensionati. La precarietà che dilaga. Una guerra che continua a mietere vittime e disastri, di fronte all’incapacità dell’Unione europea di fare un passo verso la pace e verso il dialogo.

“Torniamo indietro – dice Tiziana Basso dal palco –. Torniamo indietro su energie rinnovabili, ambiente, anche a causa della guerra, perché dobbiamo sostituire il gas russo e per farlo torniamo ai combustibili fossili. Si rinvia la riconversione ecologica a una data indefinita. Anche se non c’è più tempo. Anche se in Veneto questa estate ci siamo misurati con una siccità senza precedenti”.

È un fiume in piena la segretaria del Veneto, che cita un dato agghiacciante: “Ogni 4 secondi una persona muore per mancanza di cure, per l’impatto della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Tutti fenomeni connotati da disparità sempre più acute. Crescono diseguaglianze e la ricchezza si concentra sempre più spesso nelle mani di pochi. Una tendenza ampliata dalla crisi sanitaria. Aumentano le persone che restano povere pur lavorando”.

Nella fase acuta della pandemia dicevamo che ne saremmo usciti migliori. “Il rischio è che questo proposito si riveli un fuoco fatuo, utile a darci un po’ di conforto nei tempi più bui. Sta a noi della Cgil evitare che accada”.

Mondo, Italia, Veneto. I temi si rincorrono dal globo giù giù fino a declinarsi sul territorio. I giovani in fuga, la popolazione che invecchia, l’evasione fiscale che toglie soldi a investimenti essenziali in lavoro di qualità e welfare, il pericolo della nuova deriva fascista. Promesse tradite come in quella vecchia intervista di Tina Anselmi che nel 1980 chiedeva già una riorganizzazione della sanità in senso territoriale, di prossimità. La cita la segretaria, per ricordare a tutti quanto la lezione del Covid in realtà fosse già stata scritta decenni fa, imparata a memoria, ma mai messa in pratica. Anche per questa distanza della politica dai temi veri e dalle soluzioni c’è una crisi della rappresentanza di fronte a cui inorgoglisce e conforta la “grande partecipazione democratica delle persone ai congressi della Cgil”.

Di fronte a questo quadro Tiziana Basso decide di chiudere con coraggio e responsabilità prendendo un impegno come leader della Cgil regionale: “vogliamo continuare a fare fino in fondo la nostra parte al fianco di lavoratori e pensionati. Vogliamo costruire, insieme alle giovani generazioni, un Veneto migliore, più giusto, solidale, in cui si possa ancora realizzare un progetto di vita degno di essere vissuto. Il cambiamento, con il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, non solo è possibile: non è più rinviabile”.