Sono in tanti e svolgono un lavoro delicato e prezioso. Per questo, la loro mobilitazione, iniziata prima di Natale, andrà avanti sempre più forte a dimensione nazionale e a oltranza. Ci riferiamo ai circa 1.200 lavoratori somministrati che operano presso gli uffici immigrazione delle questure e prefetture di tutta Italia, impegnati in servizi essenziali, come la regolarizzazione degli stranieri, fatta di emersione, flussi e ricongiungimenti familiari. Tutti precari, assunti con contratti a termine nel 2021 da Manpower e GiGroup, dopo tre proroghe e 21 mesi d'intensa attività, sono stati lasciati a casa, in quanto il governo non ha trovato i fondi sufficienti nella legge di bilancio per rinnovare i loro contratti. 

Nei prossimi giorni sono in programma diverse manifestazioni: martedì 17 gennaio a Genova, mercoledì 18 gennaio a Perugia, Terni e Catanzaro. per tutti appuntamento davanti alla locale prefettura.

E così dal 1° gennaio quella gigantesca mole di lavoro, cui dovevano quotidianamente far fronte quei lavoratori, si è bruscamente interrotta, lasciando montagne di pratiche inevase - si parla di parecchie decine di migliaia di domande -, perché quegli uffici sono da sempre sotto organico e gli sparuti dipendenti non ce la fanno a occuparsi anche di quel settore. Oltretutto, il lavoro dei somministrati è diventato, nel corso del tempo, sempre più indispensabile anche per le stesse forze di polizia, che altrimenti sarebbero dedicate in massa alle pratiche connesse all'immigrazione, più di quanto già non facciano, sottraendo evidentemente numeri ed energie alla sicurezza del territorio.

Il sindacato è impegnato in prima linea nella regolarizzazione dei lavoratori precari interessati. "Auspichiamo che governo e ministero dell'Interno trovino le soluzioni adeguate - afferma Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil -. Ci auguriamo l'apertura di un serio tavolo di confronto con i relativi rappresentanti. È indispensabile trovare una via che porti alla stabilizzazione di tutti questi lavoratori, garantendo loro la continuità occupazionale. Non confermarli, sarebbe una beffa per le persone coinvolte, oltreché un grave danno per tutti i cittadini migranti interessati, le cui pratiche hanno bisogno di gente che vi operi con serietà e competenza. Non tutto è sempre sostituibile e dopo due anni di lavoro quelle persone sono diventate molto esperte. Non rinnovare i loro contratti, pregiudicherebbe la qualità dei servizi, mentre, al contrario, ciò che serve è dare continuità e valorizzare la professionalità".

A questo punto, si potrebbe arrivare a una soluzione 'ponte', che possa dare copertura al servizio e nel contempo continuità lavorativa ai duemila precari. "Chiediamo di fare chiarezza - spiegano Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil -, perché le notizie che riceviamo circa il futuro di questi lavoratori sono contrastanti: da un lato, prefetti e questori si prodigano in rassicurazioni e attestati di stima e professionalità per l'importanza che questi lavoratori rivestono per il buon funzionamento degli uffici amministrativi legati all'immigrazione. Dall'altro, però, arrivano le indicazioni della Corte dei Conti, che raccomandano di non reiterare nel tempo contratti a termine con le agenzie per il lavoro. In tale quadro, ancora nebuloso, noi ci battiamo per la continuità occupazionale di tutta la platea interessata, con la definizione di una forte, chiara ed esigibile clausola sociale che garantisca il prosieguo dell'attività di questi lavoratori, anche con una diversa agenzia per il lavoro, e, di conseguenza, tempi certi e rapidi di aggiudicazione del servizio di somministrazione".       

Come detto in apertura, la mobilitazione sindacale va avanti senza sosta. Dopo aver effettuato una giornata di sciopero nazionale, il 21 dicembre scorso, con una manifestazione a Roma, proseguono le proteste a livello territoriale. Per il 17 gennaio è in programma un presidio, a Genova, dei somministrati del ministero dell'Interno, dalle 10 alle 12. Si tratta di una trentina di operatori che hanno prestato la propria attività in tutta la Liguria e che, dal 2 gennaio, si trovano a casa senza il lavoro per il quale sono stati addestrati. Con la nuova protesta, le sigle regionali di categoria intendono sottolineare l'importanza del lavoro del personale somministrato negli uffici per l'immigrazione di questure e prefetture.

Dare continuità al lavoro degli uffici è importante come dare continuità lavorativa alle addette e agli addetti impiegati– dichiarano Emanuela Traverso, Sergio Tabò e Roberta Cavicchioli, rispettivamente segretari generali di Nidil Cgil Genova, Felsa Cisl Liguria e Uiltemp Uil Liguria – Attualmente è impensabile sostituire lavoratrici e lavoratori che hanno maturato competenza e professionalità. Purtroppo le procedure concordate che permetteranno il reinserimento nei dipartimenti di pubblica sicurezza dei somministrati grazie alla clausola sociale non sono ancora state estese alle prefetture e alle questure con conseguente interruzione dei servizi".

In concomitanza del presidio, le categorie liguri del pubblico impiego di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa hanno organizzato un'assemblea del personale del ministero dell’Interno, fortemente preoccupato di poter perdere una parte integrante dell’organico e in solidarietà con lavoratrici e lavoratori che lavorano quotidianamente al loro fianco.

La mobilitazione, avviata a dicembre, prosegue anche a gennaio e l’attenzione del sindacato rimane alta, insieme allo stato d'agitazione aperto da Nidil, Felsa e Uiltemp. “Occorre dire basta alla precarietà in questo settore strategico per la pubblica amministrazione, anche alla luce del delicato momento storico e sociale che vivono il Paese e l'Europa”, chiudono i segretari. Durante il presidio del 17 gennaio, le organizzazioni sindacali chiederanno al prefetto di essere ricevute.

Nuova protesta, mercoledì 18 gennaio. Stavolta a essere coinvolte saranno le sigle sindacali dell'Umbria, con i somministrati dell’accoglienza, a casa dal 1° gennaio, che si ritroveranno a fare volantinaggio sotto le prefetture di Perugia e Terni, che si terrà dalle 11 alle 12,30. "Il contributo di questi lavoratori e lavoratrici, anche in ragione delle competenze professionali di settore maturate, è stato di fondamentale importanza nei percorsi di regolarizzazione delle persone migranti e nella gestione dei flussi migratori, ed ha assicurato un importante supporto nell’attività ordinaria degli uffici in cui operano, per supplire alle significative carenze organiche", rilevano i segretari di Nidil Perugia (Vanda Scarpelli), Nidil Cgil Terni (Luca Solano), Felsa Cisl Umbria (Rocco Ricciarelli) e Uiltemp Umbria (Roberta Giovannini). 

“L'immigrazione - continuano i rappresentanti sindacali umbri - non può essere trattata come una emergenza, vanno date risposte strutturali. Chiediamo, quindi, di dare continuità ai servizi e che si diano risposte qualificate, garantendo un'occupazione competente. Inoltre, al fine di valorizzare il lavoro svolto da questi lavoratori nella gestione dei servizi pubblici essenziali in materia d'immigrazione, pensiamo sia opportuno che per l’assunzione di personale in tale settore sia previsto il requisito della pregressa esperienza maturata, anche in somministrazione, sia per nuove prestazioni di lavoro in somministrazione, sia per la partecipazione a procedure concorsuali”.